
Le tecniche di chirurgia ricostruttiva usate attualmente riescono a ripristinare alcuni movimenti, come quello di sorridere, ma attraverso uno sforzo volontario e cosciente. In questo caso, come descritto sulla rivista Plastic and Reconstructive Surgery, per suscitare movimenti piĂą naturali e fluidi, la stimolazione del lato del viso paralizzato è stata collegata all’attivitĂ del lato sano, in modo da avere delle contrazioni muscolari ‘abbinate’.
Per farlo, i ricercatori hanno impiantato dei minuscoli bracciali con elettrodi schermati elettricamente intorno ai nervi facciali dei topi, a cui avevano indotto la paralisi di metĂ del viso. Dopo di che hanno rilasciato una stimolazione elettrica per provocare il battito delle palpebre e il movimento dei baffi. I movimenti sono stati indotti collegando la stimolazione del lato paralizzato a quello sano, ottenendo una contrazione muscolare piĂą naturale e simmetrica.
Nonostante i risultati promettenti, rimangono però alcuni ostacoli da superare, come quello di eliminare i movimenti involontari del viso causati dagli impulsi dei nervi ricresciuti o di quelli trasferiti chirurgicamente. E rimane ancora molta strada da fare prima di sperimentare quest’approccio sull’uomo, e arrivare a dei mini-apparecchi impiantabili per la rianimazione del viso.
