Operarsi di cataratta, ma non di glaucoma, riduce il rischio di demenza

(Reuters Health) – La chirurgia della cataratta è associata a un minor rischio di sviluppare demenza. È quanto emerge da uno studio pubblicato da JAMA Internal Medicine e guidato da Cecilia Lee, dell’Università di Washington di Seattle.

I ricercatori americani hanno analizzato i dati dello studio Adult Changes in Thought, prendendo in considerazione 3.038 persone cognitivamente normali e con una diagnosi di cataratta o glaucoma. Sulla base di 23.554 persone-anno di follow-up, la chirurgia della cataratta è stata associata a un rischio significativamente ridotto (HR 0,71) di demenza rispetto a chi non si sottoponeva all’intervento chirurgico. In particolare, il rischio più basso è stato maggiore durante i primi cinque anni dall’intervento. La chirurgia per il glaucoma, al contrario, non era significativamente associata a una riduzione del rischio di demenza (HR, 1,08). E risultati simili per cataratta e glaucoma sono stati evidenziati rispetto al rischio di sviluppare malattia di Alzheimer.

“Avevamo precedentemente dimostrato che diverse malattie oculari, come la degenerazione maculare senile e la retinopatia diabetica, sono associate a un aumento del rischio di Alzheimer e demenza del 50-60% – spiega Cecilia Lee – La perdita sensoriale è interessante come fattore di rischio modificabile per la demenza e come possibile punto di intervento. I partecipanti con cataratta che si sottoponevano a chirurgia avevano quasi il 30% in meno di rischio di sviluppare demenza per qualsiasi causa rispetto a quelli che non lo facevano”. E questo, nonostante i ricercatori abbiano tenuto conto di fattori che potevano avere un impatto sul risultato.

“Non capiamo ancora i meccanismi che potrebbero spiegare questa associazione”, ha aggiunto Lee, ma “questo studio si unisce alle prove a sostegno del fatto che il miglioramento della vista aiuta a prevenire lo sviluppo della demenza e che il trattamento della cataratta può avere ulteriori benefici oltre al miglioramento dell’acuità e della funzionalità visiva”.

Fonte: JAMA Internal Medicine
Marilynn Larkin
(Versione italiana Daily Health Industry)

 

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