
I dati
Secondo un rapporto diffuso dall’OMS la depressione è 1,5 volte più comune tra le donne rispetto agli uomini. 250 milioni di persone soffrono di disturbi d’ansia, tra cui fobie, attacchi di panico, comportamento ossessivo-compulsivo e disturbo da stress post-traumatico. Circa l’80% delle persone che soffrono di questi disturbi vivono in Paesi a basso e medio reddito. “Il dato confuta l’opinione comune che questi disturbi siano malattie dei ricchi o dei benestanti. In realtà, in molti Paesi dove ci sono povertà, disoccupazione, guerre civili e conflitti, le persone sono a più alto rischio di soffrire di disturbi d’ansia e di depressione”, chiarisce Chisholm. Tre gruppi di età sono particolarmente vulnerabili alla depressionei giovani, le donne in gravidanza o dopo il parto e gli anziani. “Le pressioni sui giovani di oggi sono forse senza precedenti – ha osservato Chisholm – Un altro gruppo vulnerabile sono le donne incinte o che hanno appena partorito. La depressione in quel periodo è estremamente comune, circa il 15% delle donne soffrirà non solo il blues, ma una depressione diagnosticabile”.
Anche i pensionati sono sensibili a questa condizione: “Quando smettiamo di lavorare o perdiamo il nostro partner diventamo più fragili, più soggetti a malattie fisiche e disturbi come la depressione”. Si stima che circa 800.000 persone muoiano per suicidio ogni anno, una “cifra abbastanza impressionante – evidenzia Chisholm – È più comune nei maschi nei Paesi a reddito più alti, mentre sono le donne a compiere più di frequente questo gesto nei Paesi a basso e medio reddito”. L’OMS ha lanciato una campagna per combattere lo stigma e pregiudizi dal titolo: “La depressione: parliamone“. “Riteniamo che sia un primo passo fondamentale: se vogliamo allontanare dalle zone d’ombra la depressione e altri disturbi mentali dobbiamo essere in grado di parlarne”, conclude Chisholm.
Fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità 2017
Stephanie Nebehay
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)
