Non solo doppia elica: il Dna ha mille forme

DNA nello spazioNon solo la doppia elica: la molecola della vita può assumere moltissime forme che adesso sono state catalogate in una sorta di ”atlante” senza precedenti, ottenuto da una simulazione al computer. Che sia una spirale o una sorta di otto, il Dna può diventare adesso il bersaglio di una nuova generazione di farmaci ‘Gps’, capaci di orientarsi nelle pieghe della molecola per colpire con precisione. Ad aprire questa nuova strada è la tecnica descritta sulla rivista Nature Communications e messa a punto dall’Università britannica di Leeds e dall’americano Baylor College.  “Forse tutti hanno in mente la tipica struttura a doppia elica del Dna, ma in realtà il Dna ha piu’ forme: non solo quella canonica”, ha osservato Carlo Alberto Redi, direttore del Laboratorio di Biologia dello sviluppo dell’Università di Pavia. La molecola del Dna”, ha aggiunto, ”può essere arrotolata nel verso opposto, oppure assumere strane forme a 8, o ancora avere uno dei due lati ‘larghi’.

Era un fenomeno noto, ma non era mai stato osservato in questo dettaglio. ”Finora – ha rilevato Redi- non avevamo un metodo per creare mappe ‘topografiche’ così accurate”. Adesso, ha aggiunto, ”abbiamo una tecnica da cui partire forse per avere farmaci nuovi”.  La chiave di tutto e’ nel complesso ‘skyline’ del Dna. Questa lunghissima molecola, che raggiunge anche otto metri, viene infatti ‘impacchettata’ dentro le cellule con avvolgimenti e pieghe molto particolari, diverse a seconda del tipo di cellula. I tratti poco utilizzati hanno ad esempio avvolgimenti più stretti, quelli più usati sono invece più larghi. Ogni tipo di cellula ha un suo ‘skyline’ genetico, una specifica distribuzione di zone larghe, strette, a 8, a doppia elica standard e altre forme ancora.

“Questo vuol dire quindi che una cellula cancerogena ha ad esempio un ‘paesaggio’, una topografia, differente da una sana”, ha spiegato Redi. Mai come ora, grazie al nuovo metodo che unisce analisi al microscopio, criogenia e simulazioni con supercomputer, e’ stato possibile vedere lo ‘skyline’ genetico con tale nitidezza. Una possibilita’ è quella di usare queste diversità come un bersaglio, creare farmaci capaci di riconoscere il ‘paesaggio’ genetico di una cellula tumorale e attaccarla proprio nelle sezioni di Dna più importanti. Si tratta di farmaci puramente teorici ma il nuovo atlante genetico potrebbe rivelarsi lo strumento grazie al quale sviluppare una nuova categoria di terapie.

 

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