Niente carne sintetica in Italia, ma solo per poco. Ecco perché

Martedì il Consiglio dei Ministri ha approvato, tra altri provvedimenti, anche lo schema di disegno di legge recante “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”. In questo modo, come spiegato questa mattina dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, l’Italia diventa “la prima nazione al mondo a dire no agli alimenti sintetici”.

Una battaglia questa, spiega il ministro, “a difesa della salute dei cittadini, del nostro modello produttivo, della nostra qualità, della nostra cultura, semplicemente la nostra sovranità alimentare”. Quanto alla difesa della salute dei cittadini, in realtà, come spiegato ieri durante la conferenza stampa dal ministro della Salute Orazio Schillaci, ad oggi “non ci sono evidenze scientifiche sui possibili effetti dannosi dovuto dal consumo dei cibi sintetici”.

Per paradosso ieri Lollobrigida ha comunicato il divieto di un prodotto dai possibili effetti dannosi non dimostrati e, nella stessa conferenza stampa, promosso gli effetti benefici del consumo moderato di alcol nonostante le evidenze scientifiche dicano altro: “Il vino fa bene se assunto con moderazione”, ha spiegato il ministro dell’Agricoltura.

Ad ogni modo, il divieto di produzione e importazione di cibi sintetici viene esplicitato dall’articolo 2 del provvedimento, laddove si spiega: “Sulla base del principio di precauzione di cui all’articolo 7 del regolamento (CE) 178/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002, è vietato agli operatori del settore alimentare e agli operatori del settore dei mangimi, impiegare nella preparazione di alimenti, bevande e mangimi, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare oppure distribuire per il consumo alimentare, alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati”.

Se però da un lato il divieto di produzione in Italia rientra tra le competenze in materia di salute dei singoli Stati membri, dall’altro il divieto di importo rischia di essere valido al più solo in via temporanea. Questo perché la carne sintetica dovrebbe rientrare tra i cosiddetti “novel food“. Dal 1° gennaio 2018, il Regolamento (UE) 2015/2283 sui nuovi alimenti (novel food), è entrato in vigore, abrogando il precedente Regolamento (CE) 258/97. Qui si intendono per novel food tutti quei prodotti e sostanze alimentari privi di storia di consumo “significativo” al 15 maggio 1997 in UE, e che, quindi, devono sottostare ad un’autorizzazione, per valutarne la loro sicurezza, prima della loro immissione in commercio.

In quel caso, sarebbe dunque necessaria l’autorizzazione da parte dell’Efsa, l’autorità Ue per la sicurezza alimentare. Qualora – come già avvenuto nei mesi scorsi negli Stati Uniti con la Fda – l’autorità europea dovesse approvarne l’uso negli Stati membri, in base alle regole comunitarie della libera circolazione dei beni e dei servizi l’Italia non avrebbe più alcun appiglio per opporsi alla loro importazione e distribuzione. E così, come per gli Ogm, potremmo continuare a vietarne la produzione ma non l’importazione e la vendita. Per paradosso un domani si potrebbe quindi poter mangiare carne sintetica anche in Italia, ma solo a patto che questa non sia “made in Italy”.

di Giovanni Rodriquez

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