
Lo studio
Gli studiosi hanno esaminato i campioni di cervelli di militari maschi conservati nelle banche di tessuti degli Stati Uniti e deceduti in combattimento a seguito di esplosioni. Il team ha confrontato i cervelli con traumi da esplosione con cervelli che non presentavano storie simili.
In tutti i casi di scoppio cronico (con morte dopo più di 6 mesi dall’esposizione al trauma) i ricercatori hanno rilevato un caratteristico tessuto cicatriziale astro-gliale che coinvolge la componente subpiale gliale, i vasi sanguigni corticali, le giunzioni di materia grigia e bianca e le strutture che rivestono i ventricoli. Nei casi di scoppio acuto (con morte avvenuta da quattro a sessanta giorni dopo il trauma) hanno trovato lo stesso tipo di cicatrici astro-gliali nelle medesime aree cerebrali. “Molti militari impegnati in Iraq e in Afghanistan sono stati esposti a traumi da esplosione e sono rientrati con sintomi persistenti molto difficili da trattare clinicamente – ha osservato il dottor Daniel P. Perl, neuropatologo all’USUHS – il nostro studio è un primo passo verso lo sviluppo di migliori strumenti di diagnosi, prevenzione e trattamento sebbene occorrano ulteriori indagini e maggiori dettagli riguardo alle correlazioni clinico-patologiche dei traumi da esplosione”.
Fonte:Lancet Neurol 2016
Lorraine l. Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
