47 milioni di persone nel mondo, 1.241.000 solo in Italia. Sono i numeri da capogiro della demenza. Attualmente però, solo la metà delle persone con demenza ha ricevuto una diagnosi e quindi assistenza sanitaria completa. A fare il punto sulla situazione è il Rapporto Mondiale Alzheimer 2016 intitolato “Migliorare l’assistenza sanitaria ai soggetti con demenza”, presentato in occasione della Giornata Mondiale Alzheimer.
Il Rapporto, elaborato dai ricercatori del King’s College London e dalla London School of Economics and Political Science e presentato nel nostro Paese dalla Federazione Alzheimer Italia, invita a un’azione comune per estendere l’assistenza sanitaria a tutte le persone con demenza. In quest’ottica, sottolinea, puntando su un maggiore coinvolgimento delle cure primarie e dei servizi sanitari di base, si potrebbe ridurre il costo individuale di assistenza fino al 40%.
“L’obiettivo di migliorare il tasso di diagnosi e di rendere più efficiente il sistema sanitario globale è fondamentale”, chiarisce nel rapporto Glenn Rees, presidente di Alzheimer’s Disease International. Una migliore copertura dei servizi di assistenza sanitaria, secondo il Rapporto, sarebbe economicamente possibile, e avrebbe un costo pari a circa lo 0,5% della spesa sanitaria totale nel 2030. Importante però è anche ‘come’ farlo. “E’ giunto il momento di cambiare la cultura dell’assistenza – sottolinea Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia – ovvero di cambiare il modo di prendersi cura dei malati, mettendo al primo posto qualità di vita e dignità della persona stessa”.