Mimica facciale: il volto si è evoluto per renderci espressivi

L’espressività ha contribuito all’evoluzione dei tratti somatici del volto. A rivelarlo è uno studio di i un team internazionale pubblicato su Nature Ecology and Evolution. Alcune caratteristiche, come ad esempio le sopracciglia, ci hanno infatti permesso di interagire senza usare la parola evidenziando così che la comunicazione sociale è alla base dell’evoluzione dell’odierna fisionomia facciale.

I nostri volti dovrebbero essere visti come il risultato di una combinazione di influenze biomeccaniche, fisiologiche e sociali. Dieta e clima contano, ma l’evoluzione è avvenuta anche per comunicare meglio non verbalmente. “Ora possiamo usare i volti per segnalare più di 20 diverse categorie di emozioni attraverso la contrazione o il rilassamento dei muscoli – afferma uno degli autori dello studio Paul O’Higgins, dell’Università di York – è improbabile che i nostri primi antenati umani avessero la stessa agilità facciale”. Invece del prominente arco sopraccigliare dei primi ominidi, l’uomo ha sviluppato una fronte liscia con sopracciglia più visibili e con peluria, capaci di una maggiore gamma di movimenti.

Questo, insieme con i nostri volti divenuti più snelli, ci consente di esprimere una vasta gamma di emozioni, tra cui la simpatia. Negli ultimi 100.000 anni, inoltre, le nostre facce si sono ridotte man mano che la nostra capacità di cucinare e ‘industrializzare’ il cibo ha ridotto il bisogno di masticare. “Ci sono dei limiti sul cambiamento, ad esempio la respirazione richiede una cavità nasale sufficientemente grande – conclude O’Higgins – ma l’evoluzione continuerà probabilmente finché la nostra specie sopravviverà, migrerà e incontrerà nuove condizioni ambientali, sociali e culturali”.

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