
Lo studio
I ricercatori hanno studiato due gruppi di persone: pazienti con danno dell’ippocampo e omologhi sani, rispettivamente composti da 8 e 7 persone. A tutti è stato chiesto di fare una passeggiata attorno al campus e tutti i partecipanti hanno sperimentato 11 eventi programmati, come la ricerca di un libro, l’acquisto di un frutto e la visualizzazione di fotografie. Nei racconti di 6 minuti – fatti subito dopo la camminata e un mese dopo – i pazienti con danno all’ippocampo avevano ricordi meno vividi circa i dettagli e l’ordine cronologico con cjui gli eventi si erano verificati.”L’ippocampo è una struttura del cervello molto importante per la memoria autobiografica e per colmare lacune tra i singoli eventi e individuare relazioni temporali, spaziali e percettivi tra un ricordo e l’altro”, ha osservato Larry Squire. Lo studio potrà orientare verso ulteriori ricerche sulle valutazioni cliniche della memoria e sullo sviluppo di terapie che agiscono sulla capacità di organizzare le informazioni.
Fonte: National Academy of Sciences
Autore: Lorraine L. Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
