Mastectomia conservativa del capezzolo sempre più sicura

(Reuters Health) – Secondo un’analisi di dati della Mayo Clinic presentata al meeting annuale dell’American Society of Breast Surgeons (ASBrS), è sempre più elevato il numero di donne con tumore al seno che trae beneficio da una mastectomia conservativa del capezzolo.

L’analisi mostra come il tasso di complicazioni e di insuccesso dell’impianto si sia ridotto significativamente dall’introduzione della mastectomia conservativa del capezzolo, anche in casi tumori in stadio avanzato e in donne tradizionalmente considerate a rischio di problemi post-chirurgici.

“Le ricerche continuano a comprovare la sicurezza oncologica e hanno rafforzato la cosmesi delle mastectomie conservative del capezzolo”, dice Tina Hieken della Mayo Clinic di Rochester, principale autrice della review. “Abbiamo percepito che tali procedure vengono eseguite sempre di più in casi molto più complessi da un punto di vista oncologico e tecnico. Tuttavia, i risultati di questo studio sono stati impressionati. Non solo hanno confermato tutto questo, ma hanno anche mostrato come questi interventi possano essere offerti con sicurezza a un gruppo molto assortito e impegnativo di pazienti ben selezionate”.

La review
I ricercatori hanno esaminato le mastectomie conservative del capezzolo eseguite su 1.301 seni di 769 donne (età media 48 anni) dal 2009 al 2017. Il tasso di successo della ricostruzione a un anno era dell’87% nel 2009 ed è salito al 100% nel 2017.

Il tasso complessivo di complicazioni a 30 giorni era del 7,5%, con un “marcato calo” nel tempo, dal 14,8% nel 2009 al 6,3% nel 2017, nonostante un aumento nel periodo di studio del numero di donne obese, un noto fattore di rischio per complicazioni in caso di chirurgia conservativa del capezzolo.

Nessuna paziente trattata con chemioterapia neoadiuvante è stata sottoposta a mastectomia conservativa del capezzolo nel 2009, mentre nel 2017 queste donne rappresentavano il 26% della popolazione. Ciò indica l’inclusione di pazienti oncologiche a più alto rischio nell’attuale pool su cui viene eseguito l’intervento chirurgico.

“Con l’estensione delle indicazioni per la mastectomia conservativa del capezzolo, nel corso del tempo abbiamo anche osservato un tasso inferiore di complicazioni richiedenti un trattamento. A 30 giorni Questi dati indicano che la curva di apprendimento del team per la mastectomia conservativa del capezzolo è reale e che l’approccio conservativo del capezzolo è adatto a pazienti ad alto rischio appropriatamente selezionate sia per la riduzione del rischio che come trattamento del cancro”, spiega Hieken.
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“La mastectomia conservativa del capezzolo ha significativamente aumentato la sua utilità negli ultimi 10 anni e molti articoli mostrano che offre una sicurezza oncologica equivalente quando usata in pazienti oncologiche ed è anche un importante strumento per la riduzione del rischio in molte donne”. osserva Hank Schmidt, chirurgo che si occupa di tumori del seno presso il Mount Sinai Health System di New York, non coinvolto nello studio. “Questo studio accresce l’esperienza precedente. È importante riconoscere che si tratta di un intervento tecnicamente impegnativo, sia in sala operatoria che nell’intero contesto perioperatorio e, se eseguito in maniera sbagliata, molte pazienti avranno conseguenze sia in termini di recidiva che di un cancro de novo. Pertanto, è importante che il chirurgo sia molto esperto nell’esecuzione di questo tipo di intervento”.
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Fonte: American Society of Breast Surgeons Annual Meeting 2019
Megan Brooks
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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