
Per valutare la qualità metodologica di ogni revisione è stata usata la lista di controllo AMSTAR (uno strumento di misurazione per valutare le revisioni sistematiche).
I risultati
Sei dei sette studi non hanno mostrato alcuna associazione significativa tra testosterone esogeno ed eventi cardiovascolari. Due hanno mostrato un aumento del rischio nel sottogruppo analisi di testosterone orale e in uomini over 65 durante il primo anno di trattamento. Una metanalisi ha mostrato una significativa associazione tra testosterone esogeno ed eventi cardiovascolari negli uomini dai 18 anni in su.
I commenti
G. Caleb Alexander, della Johns Hopkins University School of Health, autore senior dello studio, ha spiegato che “finché continueranno a esserci questi studi, l’associazione tra testosterone esogeno e rischio cardiovascolare continuerà ad essere dibattuta, e il nostro lavoro mette in evidenza che anche le recensioni sistemiche possono produrre un conflitto e, a volte, confondere le prove”. Per ora, Alexander consiglia che gli operatori sanitari rendano i pazienti consapevoli dei rischi di eventi cardiovascolari al momento di decidere se avviare, o continuare, la terapia di testosterone. In quel momento non sono raccomandati ulteriori screening per i fattori di rischio cardiovascolare.
In un’intervista telefonica, Andrew M. Freeman del Nation Jewis Hdealth Center di Denver, che co-presiede il gruppo di lavoro su Nutrizione e Stili di vita dell‘American College of Cardiology ha detto: “Anche se gli autori non hanno scoperto un nuovo campo, hanno fatto un grande lavoro di revisione delle migliaia di documenti sulla terapia sostitutiva del testosterone e su grandi eventi cardiovascolari avversi individuando i migliori studi su cui basare le loro conclusioni”.
Fonte: Lancet Diabetes Endocrinol 2016
David L. Levine
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
