(Reuters Health) – I nuovi anticoagulanti orali (NOA), anche detti non-vitamina K dipendenti, sarebbero sicuri e più efficaci nel ridurre il rischio di formazione di trombi rispetto agli antagonisti della vitamina K nei pazienti con fibrillazione atriale. È quanto ha dimostrato una meta-analisi di studi osservazionali pubblicata su Stroke e guidata da George Ntaios, della Facoltà di Medicina dell’Università della Tessaglia, in Grecia.
In particolare, i ricercatori hanno preso in considerazione 28 studi, analizzando i quali hanno visto che dabigatran, rivaroxaban e apixaban sarebbero più efficaci degli antagonisti della vitamina K, come il warfarin, nel ridurre il rischio di emorragia intracranica nelle persone colpite da fibrillazione atriale. Secondo i risultati, rispetto agli antagonisti della vitamina K, i NOA avrebbero un hazard ratios (Hrs) significativamente inferiore per l’emorragia intracranica, con 0,42 per dabigatran, 0,45 per apixaban e 0,64 per rivaroxaban.
Tuttavia, le due classi di farmaci non differirebbero per quel che riguarda il rapporto di rischio per ictus ischemico e ictus associato a embolia sistemica. Apixaban e dabigatran sarebbero associati, inoltre, a un rischio di mortalità inferiore e apixaban avrebbe un più basso rischio di emorragie gastrointestinali rispetto sempre agli antagonisti della vitamina K; mentre il rischio di emorragie in questo apparato, sempre rispetto agli antagonisti della vitamina K, sarebbe maggiore con dabigatran e rivaroxaban.
Fonte: Stroke
di Lorraine Janeckzo
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)