Malattia di Chron: stretto monitoraggio clinico con adalimumab migliora esiti endoscopici e clinici

Uno stretto monitoraggio dei pazienti con malattia di Chron, attraverso la valutazione di biomarcatori infiammatori e parametri clinici, migliora gli esiti endoscopici e clinici nelle forme di grado da moderato a severo. È questa l’evidenza che emerge dallo studio di fase III CALM (Open-Label, MultiCenter, Efficacy and Safety Study to Evaluate Two Treatment ALgorithms in Subjects with moderate to Severe Crohn’s Disease) disegnato per valutare la strategia tight control nella malattia di Chron, che prevede uno stretto monitoraggio clinico e di laboratorio, sulla base del quale modificare il regime terapeutico con adalimumab (Humira, AbbVie) nei pazienti affetti dalla forma di grado da moderato a severo. I dati dello studio sono stati pubblicati da The Lancet e presentati a Barcellona in occasione dell’evento United European Gastroenterology (UEG) Week 2017.

Lo studio
Dopo 48 settimane, un maggior numero di pazienti nel gruppo tight control ha raggiunto l’endpoint primario previsto per lo studio costituito dalla guarigione della mucosa (punteggio CDEIS [Crohn’s disease Endoscopic Index of Severity] <4) in assenza di ulcere profonde e dal miglioramento degli esiti clinici rispetto ai pazienti gestiti secondo un approccio clinico tradizionale basato sui sintomi.Inoltre, una valutazione economica nell’ambito dello studio CALM, che ha analizzato i costi riferiti al sistema NHS del Regno Unito ha confermato il favorevole profilo costo-efficacia della strategia terapeutica tight control supportato dal prolungamento del periodo di remissione, dalla riduzione dei ricoveri ospedalieri richiesti per la malattia di Crohn e dal miglioramento dei parametri relativi alla qualità di vita dei pazienti. Anche questi dati sono stati presentati in occasione dell’evento UEG Week 2017.

 

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