L’infiammazione aumenta l’efficacia dell’immunoterapia. Intervista a Bellacosa

L’immunoterapia è diventata un potente strumento per combattere il cancro. Ma, per ragioni poco chiare, i tumori sfuggono alle cellule immunitarie, e risultano spesso resistenti a queste terapie. Un nuovo studio condotto da ricercatori italiani del Fox Chase Cancer Center di Philadelphia e pubblicato dalla rivista Gastroenterology mostra come la metilazione del Dna possa regolare la risposta immunitaria nel cancro del colon-retto. Questa scoperta potrebbe gettare le basi per lo sviluppo di un nuovo approccio terapeutico per rendere le cellule tumorali più sensibili all’immunoterapia, come spiega in un’intervista il coordinatore dello studio Alfonso Bellacosa, Professore nel programma di ricerca Nuclear Dynamics & Cancer e membro del Cancer Epigenetics Institute presso il Fox Chase Cancer Center. “Sulla base delle nostre scoperte – dice Bellacosa – pensiamo che potremmo sfruttare l’infiammazione per combattere i tumori, rendendo l’immunoterapia più efficace, e questo è uno dei grandi obiettivi della ricerca sui tumori”.

 

In che modo l’infiammazione può rendere l’immunoterapia più efficace?

I tumori per svilupparsi evadono il sistema immunitario, e riescono a farlo anche abbassando i processi infiammatori al loro interno. Ma se noi aumentiamo l’infiammazione nei tumori, le cellule immunitarie riuscirebbero a ‘vedere’ il tumore e lo attaccherebbero, arrivando ad eliminarlo con l’aiuto dell’immunoterapia. È fondamentale migliorare l’efficacia dell’immunoterapia, poiché questo tipo di trattamenti non funziona nel 60-70% dei casi, per motivi che non ci sono chiari. Probabilmente proprio perché i tumori mettono in atto delle strategie di immuno-evasione.

Cosa avete osservato nel vostro studio?

Nel nostro studio abbiamo scoperto che uno dei modi in cui riusciamo ad aumentare l’infiammazione nei tumori consiste nel bloccare gli enzimi coinvolti nel processo di demetilazione del Dna. La metilazione e la demetilazione permettono il controllo epigenetico del Dna (quindi permettono di accendere e spegnere i geni, senza che ci siano modifiche delle basi genetiche). Bloccando gli enzimi della demetilazione, abbiamo osservato non solo un aumento dei livelli di metilazione nel tumore, ma anche dei processi infiammatori. Quando, in uno degli esperimenti, abbiamo bloccato questi enzimi all’interno di cellule del tumore del colon-retto, abbiamo osservato che le cellule Natural Killer del sistema immunitario riescono ad attaccare le cellule del tumore e a eliminarle molto più facilmente.

Il vostro studio è stato condotto su modelli animali e su cellule umane, possiamo pensare che i risultati siano applicabili ai pazienti?

Lo speriamo, ma per il momento è difficile dirlo. La medicina e la biologia non sono mai semplici, abbiamo a che fare con organismi complessi. Ma speriamo che gli studi futuri confermino i nostri risultati.

Nell’articolo scrivete che i vostri risultati potrebbero essere interessanti per lo studio e il trattamento di altri tipi di tumore. In che modo?

Alcuni dei meccanismi studiati, come la capacità di evadere il sistema immunitario, sono comuni ai tumori di vari organi e il processo di demetilazione è un importante meccanismo di alterazione di base dei tumori. Quindi speriamo che la nostra strategia sia applicabile anche ad altri tipi di cancro.

Quali sono i prossimi passi della vostra ricerca?

Ora stiamo cercando di individuare strategie farmacologiche per sfruttare il meccanismo individuato. Nel nostro studio abbiamo bloccato gli enzimi della demetilazione con interventi di tipo genetico, ora vogliamo bloccarli in maniera farmacologica. Stiamo studiando delle molecole e testando la loro efficacia in vitro (sulle cellule), e vorremmo renderle più potenti ed efficaci per poter condurre degli studi pre-clinici (sui roditori), ed eventualmente, in futuro, degli studi clinici. È un processo ancora lungo, su cui però stiamo concentrando tutte le nostre energie.

Gastroenterology. 2023 Feb 8:S0016-5085(23)00112-9. doi: 10.1053/j.gastro.2023.01.039

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