
Questi dati sottolineano “l’eccellente livello delle cure in Italia – spiega Fabrizio Pane, presidente della Società Italiana di Ematologia (SIE) -. Oggi si stanno però aprendo importanti prospettive proprio grazie alla immunoncologia, che rinforza il sistema immunitario contro il tumore. Una nuova molecola immunoncologica sperimentale, elotuzumab, ha infatti ridotto in maniera significativa il rischio di progressione della malattia”. L’immunoncologia, afferma il direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, Francesco Cognetti, “ha già dimostrato di essere efficace nel trattamento dei tumori solidi, a partire dal melanoma fino a neoplasie più frequenti come quelle del polmone e del rene in fase avanzata.
Il 20% dei pazienti colpiti da melanoma oggi è vivo a 10 anni”. Oggi, spiega inoltre Pane, “la somministrazione di farmaci chemioterapici ad alte dosi con successivo trapianto di cellule staminali, in grado di ricostituire il tessuto midollare distrutto dal trattamento, ha migliorato i risultati, però gli over 65 sono generalmente esclusi dal trapianto, mentre la radioterapia è impiegata come terapia di supporto per alleviare i sintomi. La possibilità di utilizzare l’immunoncologia anche nei tumori del sangue – conclude – è dunque una svolta decisiva”. La nuova molecola immunoncologica contro il mieloma è già disponibile negli Usa e ora si attende il via libera dell’Agenzia europea per i farmaci (Ema) e,successivamente, dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Speranza dalla immunoncologia arrivano però non solo per la lotta al mieloma ma anche contro alcuni tipi di leucemia, come quella linfoblastica acuta: ”Sono in corso tre sperimentazioni cliniche in Usa – ha spiegato Pane – e stiamo per avviare, auspichiamo entro fine anno, anche due sperimentazioni in Italia ha annunciato – all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e all’Università di Napoli”. Al momento, ha sottolineato il presidente della Società italiana di ematologia, ”non sappiano se l’approccio dell’immunoncologia possa eradicare tali leucemie, ma sicuramente si è visto che i pazienti trattati vanno in remissione e la malattia, quindi, si ‘blocca”’.
