Life Science Excellence Awards. La rivoluzione digitale è già cominciata ma la sfida è ancora lunga

Il futuro della sanità è sempre più tecnologico e digitale. Questa è anche una delle grandi sfide del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, elaborato per traghettare la sanità italiana del futuro dopo lo shock degli anni del Covid. Il Pnrr, in particolare, mira da una parte a superare le criticità del Ssn emerse con la pandemia (potenziando la sanità territoriale, ad esempio), dall’altra punta a valorizzare alcune delle soluzioni che, nel corso dell’emergenza pandemica, si sono rilevate utili, tra cui la telemedicina, il teleconsulto e altre soluzioni basate, per l’appunto, sulle tecnologie digitali. Digitalizzare non significa, però, solo introdurre più tecnologie. Significa portare cambiamenti all’organizzazione del Ssn e una evoluzione delle competenze che deve coinvolgere tutti gli operatori e i pazienti, attori principali del Ssn.

Di questo si è parlato con Anna Citarrella, Government Affairs &Public Policy Lead di Johnson & Johnson Medtech Italia; Selene Vasco, Digital and Business Transformation Lead di Janssen; e Bernardo Toraldo, Head of Market Access di Alfasigma in occasione dell’ottavo Excellence Show promosso a Roma da Sics Editore nell’ambito del Festival dell’Innovazione, che culminerà il 23 marzo con la premiazione dei TOP di ciascuna delle 16 categorie che compongono i Life Science Excellence Awards. Ospiti del talk. E proprio a margine dell’ottavo Talk del Festival dell’Innovazione dei Life Science Excellence Awards 2022, anche le premiazioni per le categorie Best Innovative Drug of the Year e Best Innovative Device-Technology of the Year.




“Il Pnrr rappresenta una grandissima opportunità per il nostro Paese”, ha esordito Anna Citarrella, evidenziando come “da sempre la nostra azienda è impegnata a coniugare le conoscenze scientifiche con la tecnologia. Crediamo quindi fermamente nel valore positivo della trasformazione e dell’evoluzione che il PNRR consentirà al nostro sistema sanitario, auspicando anche che possa contribuire ad offrire un migliore approccio alle cure a tutti i pazienti .

Quando si parla di sanità digitale, ha proseguito la Government Affairs &Public Policy Lead di Johnson & Johnson Medtech Italia, ci si riferisce a dati e infrastrutture. “Il Pnrr ci aiuterà soprattutto sul fronte delle infrastrutture, che comunque sono un elemento essenziale per valorizzare le tecnologie digitali, standardizzare i processi, raccogliere i dati – in modo etico e con regole precise – e metterli a disposizione dei vari attori dell’ecosistema per migliorare l’approccio alle cure e rendere al contempo più efficiente il sistema sanitario. ”.

Parole condivise da Selene Vasco, che ha ricordato come nella fase post pandemica la digital health abbia fatto registrare, a livello globale, “un salto in avanti del 25%. Anche in Italia c’è fermento. Credo, tuttavia, che manchi qualcosa, e mi riferisco al framework istituzionale. Se pensiamo al patient pathway, non servono solo strumenti digitali, ma anche competenze nuove e maggiore collaborazione tra gli stakeholder e le istituzioni”.

“Come azienda – ha aggiunto la Digital and Business Transformation Lead di Janssen – abbiamo una visione che punta a cambiare la ‘traiettoria del paziente’, rendendo le patologie di cui ci occupiamo sempre più gestibili, curabili e intercettabili. A questo scopo cerchiamo di creare soluzioni di altissimo valore scientifico e tecnologico, sia per migliorare i nostri prodotti che lo stesso processo di produzione e progettazione. Ci muoviamo in questa direzione anche grazie a partnership innovative”, ha spiegato Vasco.

Per Bernardo Toraldo “il 2023 sarà un anno cruciale per il Pnrr e per il Paese, che ha tra le mani “una grandissima sfida”. Per il Head of Market Access di Alfasigma, tuttavia, se sul fronte dell’organizzazione assistenziale e del potenziamento della sanità territoriale il Pnrr è piuttosto chiaro, altrettanto non si può dire sul fronte della digital health: “Non sappiamo esattamente in che modo andrà a concretizzarsi questo obiettivo, che sicuramente rappresenta una grande opportunità ma che richiederà uno sforzo da parte dei medici e degli altri operatori sanitari, così come dei pazienti”. Per Toraldo c’è da aspettarsi di incontrare “resistenze ad ogni livello, intrinseche di ogni grande cambiamento ma che tanto più hanno possibilità di emergere laddove c’è stato poco coinvolgimento nella progettazione dell’obiettivo che si intende realizzare”.

Una cosa è certa, per gli ospiti dell’ottavo Excellence Talk di Sics: nessuna tecnologia potrà e dovrà mai sostituire l’essere umano, tanto più in un settore come quello sanitario in cui non solo il sapere, ma anche la relazione, la fiducia e l’empatia sono elementi fondamentali del percorso di cura. È altrettanto vero, comunque, che “le tecnologie e la digitalizzazione possono rappresentare un validissimo complemento all’essere umano laddove incontrano il talento delle persone, esse rappresentano indubbiamente un vantaggio indiscutibile anche in ambito sanitario se possono migliorare l’accesso alle cure, consentire l’efficienza del sistema sanitario, connettere gli attori del sistema sanitario per migliorare la collaborazione, promuovere la medicina di precisione e le cure personalizzate ha detto Anna Citarrella. Questa valorizzazione, per la Government Affairs &Public Policy Lead di Johnson & Johnson Medtech Italia, dovrebbe realizzarsi all’interno di “percorsi standardizzati” e “digitalizzati”, che consentono un migliore monitoraggio delle diverse fasi assistenziali del percorso di cura del paziente dentro e fuori dalla sala operatoria e, con esso, di contribuire anche alla riduzione del rischio clinico. La standardizzazione, inoltre, “migliora l’organizzazione e l’efficienza dell’assistenza, con benefici sia per il paziente che per il sistema”.

Resta tuttavia ancora aperto, per Selene Vasco, il tema del “server security”. La Digital and Business Transformation Lead di Janssen ha poi volute porre l’accento sul passaggio da un sistema che ‘cura’ a un sistema che ‘si prende cura’, sottolineando come, in questo ambito, si ripongano enormi aspettative sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale, oltre che sulla digitalizzazione: “Già all’ultimo congresso Asco, la Società Americana di Oncologia Clinica – ha riferito – sono stati presentati moltissimi studi basati sull’intelligenza artificiale predittiva. Sono stati fatti tantissimi passai avanti, che ora possono essere assorbiti, sia a livello aziendale che istituzionali, allo scopo di mettere a disposizione questa gamma di strumenti utili a valorizzare la decisione clinica”.

Bernardo Toraldo ha ricordato come una delle grandi sfide del Pnrr sia la presa in carico del 10% degli over 65 fragili cronici, che si realizzerà anche attraverso strumenti di televisita e telemonitoraggio: “Parliamo di circa 1,5 mln di persone, tra i quali ci sarà sicuramente una parte con competenze digitali, ma anche una grande parte senza alcun tipo di alfabetizzazione di questo tipo”. Per l’Head of Market Access di Alfasigma, in questa fascia di popolazione è possibile che cresca la paura di essere affidato alle macchine e di perdere il contatto con il medico: “C’è bisogno di fare un grande lavoro di comunicazione. Occorre che sia chiarito cosa può essere affidato alla digital health, anche allo scopo di velocizzare e ottimizzare certi passaggi, ad esempio un monitoraggio, un consulto o uno scambio di cartelle. I pazienti vanno quindi rassicurati sul fatto che e non perderanno il contatto con il medico che anzi, proprio grazie a questa innovazione, potranno forse contattare con più semplicità anche mentre si trovano a centinaia di chilometri di distanza, con vantaggi importanti per lo stesso paziente, che avrà minore bisogno di spostarsi”.

Parlando dei progetti futuri delle aziende, infine, Anna Citarrella ha fatto sapere che l’impegno di Johnson & Johnson Medtech Italia è proiettato a supportare le strutture e gli operatori sanitari nell’indirizzare i cittadini verso percorsi di prevenzione per diagnosticare per tempo alcune patologie, a partire da quelle oncologiche. Inoltre, ha raccontato, “intendiamo proseguire il nostro impegno nella realizzazione di percorsi di cura standardizzati, che hanno dimostrato di produrre migliore qualità di vita per il paziente e maggiore efficienza per la struttura. I dati dimostrano che la sanità è un ecosistema, che funziona solo se le strutture ospedaliere, il territorio, il paziente e l’organizzazione centrale solo collegate e funzionano seguendo un chiaro modello”.

Jansenn, ha spiegato Selene Vasco, sta lavorando, tra le altre cose, alla produzione di farmaci orali e soluzioni subcutanee contro il cancro: “Queste soluzioni terapeutiche, facilmente gestibili anche dal paziente a casa propria, garantirebbe al malato una qualità di vita molto migliore e vantaggi al paziente in termini di impatto e organizzazione delle terapie da erogare nelle strutture”.

Tra i progetti di Alfasigma, ha infine detto Bernardo Toraldo, c’è un processo di digitalizzazione interna che vede coinvolta la parte produttiva ma anche altri ambiti. “L’esperienza del Covid – ha spiegato Toraldo – ci ha permesso di scoprire tutte le potenzialità della comunicazione digitale, che abbiamo intenzione di continuare a portare avanti perché sia costante il confronto e la relazione con la classe medica, con le istituzioni e tutti i portatori di interesse. La comunicazione è un elemento essenziale di crescita. Sanitask, il progetto portato avanti con Sics, rappresenta un perfetto esempio di questo tipo di comunicazione”.


Di seguito i vincitori nelle due categorie premiate, Best Innovative Drug of the Year e Best Innovative Device-Technology of the Year, e il nome di chi ha ritirato il riconoscimento anche a nome del Team di progetto.

di Lucia Conti

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