
Parliamo di EBM (Evidence Based Medicine), in italiano “medicina basata sulle prove di efficacia”, un movimento culturale che da oltre vent’anni lavora per accrescere la qualità dell’informazione a supporto del processo decisionale nella pratica clinica di tutti i giorni.
 L’EBM è il passaggio di raccordo tra la ricerca medica e la pratica clinica?
Con il termine EBM identifichiamo un approccio teorico e pratico che caratterizza alcuni aspetti delladisciplina medica: solo in parte le decisioni che assumiamo nell’attività clinica quotidiana sono basate su informazioni provenienti da studi sperimentali rilevanti e di buona qualità. Questa parte è definita EBM e completa il bagaglio di conoscenze derivanti da esperienza e giudizio clinico. L’EBM si inscrive in un periodo storico, quello a cavallo del nuovo millennio, in cui i medici raccolgono la sfida dell’incremento esponenziale delle informazioni prodotte dalla ricerca e si cimentano nell’esplorazione dell’incertezza di fondo insita in molte decisioni cliniche.
Oggi più che mai i medici e i professionisti sanitari si misurano con la difficoltà digestive l’afflusso,apparentemente infinito, di informazioni provenienti dagli studi clinici. Come si possono difendere?
Difendersi non è forse il termine più appropriato, perché l’informazione di per sé è sempre un bene. Dobbiamo saper sfruttare questa informazione. Tuttavia, per i clinici impegnati in giornate fitte di visite può essere difficile trovare il tempoda dedicare ad attività come la ricerca dell’informazione, la discriminazione degli studi di alta e di bassa qualità, l’integrazione deirisultatidegli studi più recenti nel solco delle conoscenze già sedimentate. Ecco alcuni consigli: diffidare del risultato del singolo studio, privilegiando invece l’informazione derivante da revisioni sistematiche di qualità, per esempio le Cochrane;dare maggior credito a fonti che indicano non solo se l’intervento porta un miglioramento statisticamente significativo, ma anche l’entità di questo miglioramento.
Ha menzionato l’incertezza: il lavoro del medico è caratterizzato da un crescente incertezza?
Negli ultimi vent’anni, ricerca e pratica medica hanno esplorato farmaci e interventi il cui beneficio, quando provato, era limitato. Benefici marginali, insomma, la cui somma ha in alcuni casicondotto a benefici rilevanti, come per i trattamenti per le malattie cardiovascolari o per i farmaci contro alcuni tumori. I medici sono sempre più consapevoli che il ricorso a interventi caratterizzati da limitata efficacia e da effetti collaterali di pari entità rende più complesse le scelte nella pratica clinica, che vanno ben ponderare.
Può farci qualche esempio di strumenti che aiutano il medico nell’assunzione di decisioni e nella pratica clinica?
Esistono essenzialmente due modalità di supporto informativo: una tradizionale, cioè gli intramontabili libri e le riviste cartacee; una seconda supportata dalla tecnologica, come le riviste digitali, le banche dati online e i servizi point-of-care al letto del paziente. È possibile consultare risultatie contenuti a fini di ricognizione e approfondimento, oppure cercando rapidamente la soluzione a un problema specifico. La prima modalità, normalmente, richiede un maggiore investimento di tempo e rimane imprescindibile per l’aggiornamento,l’elaborazione di protocolli diagnostico-terapeutici, la preparazione di presentazioni a convegni e di articoli scientifici. Si tratta di una prassi ineludibile anche per la soluzione di problematiche cliniche, ma qualora il dubbio si manifesti in ambulatorio o in una corsia di ospedale, i servizi informativi al letto del paziente costituiscono senza dubbio la modalità più rapida ed efficiente di ottenere risposta.
Questi strumenti esistono già?
Sì, e cominciano a diffondersi negli ospedali italiani. Alcuni dati indicano anche come il loro uso determini un’aumentata efficacia nei setting di cura.
Nel maggio del 2015 è mancato David Sackett, considerato il padre fondatore dell’EBM. Che ricordo ne ha?
Una figura carismatica. Mi fa piacere condividere con lui la passione per la ricerca e anchelo stesso nome:da adolescente, infatti, David aveva deciso di aggiungere al primo un secondo nome, Lawrence. Una voltami ha raccontato che la nascita dell’EBM in realtà non dovrebbe essere attribuita a lui. Durante la crisi dei missili di Cuba, la crescente tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica spinse il governo americano a chiamare in servizio una generazione. David, giovane medico, fu chiamato a prestare servizio presso lo U.S. Public Health Service, dove esplorò a fondo le scienze epidemiologiche. Lì nacque l’epidemiologia clinica, l’avanguardia dell’EBM.Per questo motivo, usava dire, il vero padre fondatore dell’EBM è Nikita Chruscev. Mi mancherà.
