
Il supercomputer
Grazie a migliaia di processori che lavorano in parallelo, il nuovo supercomputer, che deve il suo nome a Leonardo da Vinci del quale si celebrano i 500 anni dalla morte, potrà compiere un numero elevatissimo di operazioni al secondo: più di 270 milioni di miliardi, una cifra a 15 zeri. “La nuova macchina raddoppierà la capacità di supercalcolo europea”, ha detto Viola. “L’obiettivo – ha aggiunto – è arrivare entro il 2023 a una potenza di calcolo di miliardi di miliardi al secondo, un numero a 18 zeri”. Prestazioni a disposizione dei ricercatori che permetteranno alla nuova macchina di simulare il comportamento del cervello, di progettare in poche ore, anziché anni, nuovi farmaci, di studiare l’origine e l’evoluzione del cosmo, la comparsa e la diffusione di epidemie, e il comportamento del clima.
Il supercalcolo è una priorità fondamentale del programma Europa digitale dell”Ue. Proposto dalla Commissione a maggio 2018 nell’ambito del bilancio a lungo termine dell”Ue per il periodo 2021-2027, prevede una spesa di 2,7 miliardi di euro. “Un piano che aiuterà l”Europa – ha concluso Bussetti – a progredire nelle tecnologie orientate al futuro, come l’internet delle cose, l’intelligenza artificiale, la robotica e l’analisi dei dati”.
Cosa potrà fare Leonardo
Le straordinarie capacità di calcolo di Leonardo, gli permetteranno di agire nei campi più disparati dalla medicina all’astronomia. Tra i vari impieghi, sarà utilizzato per analizzare i dati della più grande rete di radiotelescopi al mondo, chiamata Ska (Square Kilometre Array). “Ska da solo raccoglierà una quantità di dati pari all’attuale traffico di Internet”, ha spiegato il presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Nichi D’Amico, a margine della conferenza stampa. “Stiamo parlando – ha aggiunto – di una mole di dati giornaliera dell’ordine di milioni di miliardi di byte (petabyte), una cifra a 15 zeri”, ha precisato il presidente dell’Inaf. Inoltre, come precisato dal vicepresidente Infn, Antonio Zoccoli, “la nuova macchina gestirà i dati prodotti dai più grandi progetti internazionali ai quali l’Infn partecipa: dal superacceleratore Lhc del Cern alla ricerca sulle onde gravitazionali di Virgo”.
L’Osservatorio Ska
Le basi per realizzare il futuro Osservatorio Ska sono state gettate a Roma il 12 marzo 2019, con la firma del Trattato internazionale tra sette Paesi sotto la guida dell’Italia: Gran Bretagna, Cina, Portogallo, Sudafrica, Olanda e Australia. Una volta ultimato, Ska sara’ la seconda organizzazione intergovernativa globale dedicata all’astronomia, dopo l’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso). Il valore dei contratti che dal 2020 potranno essere assegnati alle aziende dei sette Paesi membri del progetto è stimato in circa 700 milioni di euro.
L’Osservatorio Ska avrà il suo quartier generale nel Regno Unito e sarà formato da migliaia di antenne distribuite tra Sudafrica e Australia, che lavoreranno all’unisono, come un gigantesco radiotelescopio. Le sue parabole scandaglieranno l’universo per studiare fenomeni sui quali oggi è difficile raccogliere dati, come i lampi radio veloci. Realizzeranno, inoltre, la mappa di milioni di galassie, potranno sottoporre a nuove verifiche la teoria della Relatività e consentiranno perfino di andare a caccia di segnali di vita extraterrestre.
