L’Analisi collettiva festeggia 40 anni all’Università Sapienza di Roma

Il Dipartimento di Neurologia e Psichiatria e l’Istituto di Studi Orientali della Sapienza di Roma promuovono il “Convegno sulla Teoria della nascita e i 40 anni dell’Analisi collettiva” nell’Aula Magna dell’Università in due giornate: 30 ottobre e 6 novembre 2015.

Aula Magna locandina DEFIL’evento vedrà la partecipazione e il coinvolgimento di psichiatri, economisti, filosofi e fisici che racconteranno la storia dell’Analisi collettiva, qualcosa di assolutamente originale e innovativo.

Era il 1975 quando un gruppo di persone iniziò ad avvicinarsi spontaneamente al pensiero di Massimo Fagioli – psichiatra e autore della Teoria della nascita – inizialmente presso l’Istituto di Psichiatria dell’Università Sapienza poi, nel 1980 nell’ampio studio privato nel quartiere di Trastevere, dove a tutt’oggi si svolgono le sedute di 4 ore l’una, per 4 giorni a settimana, dal lunedì al giovedì. Una psicoterapia libera e gratuita che coinvolge migliaia di persone.

La Teoria della nascita è stata scoperta ed elaborata dallo psichiatra Fagioli che, da sempre dedica la sua ricerca alla mente non cosciente e che fin da subito ha posto l’essere umano oltre ogni visione organicista della malattia mentale. Dal manicomio dell’isola di San Clemente a Venezia, all’ospedale psichiatrico di Padova, fino a raggiungere la Svizzera nella clinica Bellevue di Binswanger a Kreuzlingen. Fu così che Fagioli, attraverso il contatto costante con i pazienti ricoverati, giunse a pensare che la malattia mentale fosse determinata da rapporti umani non validi e fortemente deludenti soprattutto durante il primo anno di vita. Questa certezza lo portò a pensare quindi alla possibilità di cura della malattia mentale.

Nel 1971 pubblicò “Istinto di morte e conoscenza”, un libro fondamentale che descrive la scoperta e il momento in cui la realtà biologica del feto si trasforma in realtà umana. Quando la luce colpisce la retina avviene l’inizio della vita psichica del corpo del neonato poiché è proprio lo stimolo luminoso ad attivare la sostanza cerebrale e, allo stesso tempo, la memoria fantasia della sensazione avuta dal feto al contatto della pelle con il liquido amniotico, quindi il pensiero per immagini dell’esistenza dell’altro essere umano.

Fagioli parla di “capacità di immaginare” e di possibilità di rapporto sano con gli altri esseri umani. E poi di sogni. Perché è attraverso la psicoterapia e l’interpretazione di sogni che è possibile giungere alla guarigione. Una guarigione che ha 40 anni e si chiama Analisi collettiva.

Silvia Brugnara

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