La terapia del miele contro i patogeni persistenti

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Nell’ultimo decennio la resistenza agli antibiotici è divenuta un punto critico per la salute globale: sempre più ceppi batterici hanno sviluppato una tolleranza verso i tipici metodi impiegati per ucciderli, limitando le opzioni a disposizione del medico e ponendo a rischio la salute del paziente. Ciò ha fatto sì che la ricerca si rivolgesse a metodi meno convenzionali, come ad esempio il miele delle api, o almeno i batteri che vi sono contenuti.

Lo studio

Sono stati identificati 13 batteri prodotti dalle api che portano con sé un certo numero di sostanze antimicrobiche uniche, che probabilmente hanno aiutato le api a proteggersi per milioni di anni, e potrebbero proteggere in futuro anche gli esseri umani. In un recente esperimento, il miele contenente questi batteri è stato impiegato per trattare diversi patogeni delle ferite umane in laboratorio, riuscendo a sterminarli tutti. I miele che si trova comunemente al supermercato, tuttavia, non contiene questi batteri benefici, in quanto è stato sterilizzato, ed inoltre con il tempo il miele si disidrata cristallizzandosi e perdendo la sua flora batterica naturale.

La terapia del miele

E’ stato dunque condotto un esperimento in cui i batteri in questione sono stati reintrodotti nel miele sterilizzato, dando poi loro un paio di giorni di tempo per produrre le sostanze antimicrobiche desiderate. L’esperimento ha avuto successo, ma è ancora necessario dimostrate che questa “terapia al miele” sia efficace contro le infezioni topiche umane: se lo fosse, potrebbe essere impiegata anche subito. Non si tratta peraltro della sua prima applicazione clinica: gli antichi egizi infatti usavano il miele per medicare le ferite, ed esso è da lungo tempo noto per le sue proprietà antiinfiammatorie

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