
La sonda ha liberato un piccolo robot munito di telecamera per registrare sia l’impatto sia l’esplosione e quindi ha lasciato cadere la carica esplosiva, chiamata Small carry-on impactor (Sci), del peso di 9,5 chilogrammi mentre era a 500 metri dalla superficie del sasso cosmico. Per non rischiare di essere colpita dai detriti, si è quindi diretta in una posizione sicura dall’altro lato dell’asteroide, prima che avvenisse la detonazione. I dati di telemetria inviati dalla sonda indicano che l’operazione è andata come da programma e la Jaxa sta aspettando le immagini trasmesse dal robot per confermare che la detonazione sia avvenuta come previsto. A confermarlo sono anche la prima immagine dell’esplosione inviata dalla fotocamera DCAM3 della missione poi pubblicata su Twitter dall’Agenzia Giapponese. La foto mostra i primi detriti che vengono scagliati nello spazio, subito dopo la caduta della bomba. “Questo è il primo esperimento al mondo di collisione con un asteroide! Ora esamineremo il cratere che si è formato e il modo in cui i detriti si sono diffusi nello spazio”, ha scritto la Jaxa su Twitter.
Obiettivo dell’esplosione era spazzare via le rocce di superficie e aprire un cratere largo circa 10 metri dove ci sono i materiali ‘puri’ del sasso cosmico, ovvero quelli non esposti alle radiazioni solari, ai raggi cosmici e agli sbalzi estremi di temperatura. Questa roccia cosmica, che risiede nella fascia compresa tra Marte e Giove e ha il diametro di circa 900 metri, si pensa ospiti materiale organico risalente alla nascita del sistema solare avvenuta circa 4,6 miliardi di anni fa e studiarlo e’ lo scopo principale della missione. Nelle prossime settimane, Hayabusa 2 preleverà un campione di detriti dal cratere con un braccio robotico per portarlo sulla Terra nel 2020 per l’analisi nei laboratori.
La missione Hayabusa 2 parla anche italiano. A guidare la sonda, prima verso Ryugu e poi nel suo viaggio di ritorno verso la Terra, c’è infatti la bussola stellare, il sensore Star Tracker, prodotto da Leonardo a Campi Bisenzio (Firenze), capace di calcolare in ogni istante (dieci volte in un secondo) l’orientamento del veicolo spaziale.
