
Il test
I ricercatori, coordinati da Victoria Shanmugam, hanno testato un sensore elettrochimico, economico e monouso, che rivela immediatamente la presenza dei batteri localizzando la piocianina (un pigmento antiobitico prodotto dal batterio e che rende blu le ferite infettate). L’esame ha permesso di identificare la presenza del batterio il 71% delle volte in modo corretto e la sua assenza il 57% delle volte. ”Poter rilevare lo Pseudomonas e altri organismi infettivi al momento della visita clinica migliorerà di molto la nostra capacità di prenderci cura dei pazienti”, commenta Shanmugam. ”Non dovremo aspettare i risultati della coltura – continua – prima di decidere se e quale antibiotico usare, migliorando così la terapia per i pazienti”. Questo metodo potrebbe offrire un nuovo strumento ai medici per rilevare infezioni alle ferite già al letto del paziente scegliendo, invece di antibiotici a largo spettro, dei farmaci più specifici e in tempi più rapidi, con costi minori e riducendo la possibile resistenza agli antibiotici. ”Con questo esame possiamo controllare le molecole prodotte dal batterio per rilevare l’infezione – conclude Shanmugam – Il nostro obiettivo è affinare il metodo, anche per rilevare altri batteri, e ottimizzarlo per l’uso clinico”.
