Kepler: il cacciatore di pianeti va in pensione

Il telescopio spaziale Kepler è prossimo alla pensione. La Nasa ha infatti inviato gli ultimi comandi per disconnetterlo dalla Terra, dopo 9 anni di carriera. Certo la sua “vita” non finisce qui: i suoi dati faranno lavorare i ricercatori ancora molto a lungo. Lascia infatti un’eredità grandissima, con la scoperta di oltre 2.600 pianeti esterni al Sistema Solare e di altri 2.900 possibili mondi alieni, che potrebbero essere confermati da osservazioni successive.

“Abbiamo individuato piccoli pianeti potenzialmente rocciosi che saranno i bersagli principali dei telescopi attuali e futuri, così possiamo andare avanti per vedere di cosa sono fatti e come sono le loro atmosfere”, ha rilevato Jessie Dotson, del centro di ricerche Ames della Nasa.

Kepler è stata la prima missione a caccia di pianeti della Nasa: ha dimostrato che nella Via Lattea i pianeti sono più numerosi delle stelle, che molti somigliano alla Terra e che alcuni di essi sono alla giusta distanza dalla stella per ospitare acqua liquida, una condizionale favorevole alla vita. Lanciato il 6 marzo 2009, il telescopio aveva esaurito il carburante il 30 ottobre scorso.

Con l’invio dei comandi della “buonanotte”, la Nasa ha completato la procedura che lo porta al pensionamento e che prevede lo spegnimento dei trasmettitori radio e la disattivazione del software di recupero automatico. Adesso Kepler si sta spostando in un’orbita sicura a 150 milioni di chilometri di distanza dalla Terra. Nel frattempo, gli astronomi continueranno ad analizzare i dati raccolti in nove anni, durante i quali Kepler ha osservato più di 530.000 stelle nelle costellazioni del Cigno e della Lira, rendendo possibili scoperte che sono state pubblicate in circa 3.000 articoli scientifici.

Costata 692 milioni di dollari, la missione cercava i pianeti con la tecnica dei transiti, basata sull’analisi della variazione della luminosità della stella dovuta al passaggio di un pianeta contro il suo disco, e con la tecnica della lente gravitazionale, un effetto per il quale una galassia massiccia distorce la luce proveniente da un altro oggetto posto alle sue spalle e la amplifica, permettendo di osservarlo.

Inizialmente la missione era stata programmata per tre anni e mezzo, ma grazie ai suoi successi era stata prolungata fino al 2016. Tuttavia nel 2013 un guasto aveva fatto temere il pensionamento anticipato. Riparato nel 2014, Kepler era tornato in attività con una nuova vita, nella missione chiamata K2.

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