
Le evidenze statistiche
L’analisi, scrivono gli autori, evidenzia per gli ultra 65enni un incremento significativo dei decessi nel 2015 sia nel periodo invernale (+13%, prevalentemente nella popolazione +85 anni, per patologie respiratorie) sia in quello estivo (+10%, anche nelle fasce d’eta’ piĂą giovani).”Per quanto riguarda le ragioni sottostanti al fenomeno – afferma Paola Michelozzi del Dipartimento di epidemiologia del SSR del Lazio, prima firmataria dell’articolo -, fattori meteorologici (basse ed elevate temperature) e non meteorologici (virus influenzali), oltre all’ampiezza della popolazione a rischio, sono le concause dell’eccesso osservato e spiegano la variabilitĂ stagionale e inter-annuale della mortalitĂ , soprattutto nella popolazione molto anziana”.
Il “buco demografico”
A contribuire all’invecchiamento, afferma un altro studio sulla stessa rivista, è il ‘buco demografico’ che si è verificato tra i 1917 e il 1920. “Si tratta infatti – scrivono gli autori, tra cui Cesare Cislaghi di Agenas – di un fenomeno demografico che, partendo dalla marcata denatalita’ registrata negli anni 1917-1920, si riflette oggi in un aumento del 40% degli ultranovantenni, ossia soggetti ad alto rischio di morte”.
