Intelligenza artificiale: nella diagnostica per immagini potrebbe ampliare disuguaglianze sanitarie. Lo studio su Nature

L’intelligenza artificiale (AI) in campo medico ha la possibilità di automatizzare le diagnosi, ridurre il carico di lavoro dei medici e persino di portare assistenza sanitaria specializzata alle persone nelle aree rurali o nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, queste potenzialità sono accompagnate anche da possibili rischi.

Analizzando set di dati crowd-sourced utilizzati per creare algoritmi di intelligenza artificiale da immagini mediche, i ricercatori della University of Maryland School of Medicine (UMSOM) hanno scoperto che la maggior parte non includeva i dati demografici dei pazienti. Nello studio pubblicato il 3 aprile su Nature Medicine, i ricercatori hanno anche scoperto che gli algoritmi non valutavano nemmeno i pregiudizi intrinseci. Ciò significa che non hanno modo di sapere se queste immagini contengono campioni rappresentativi della popolazione come neri, asiatici e indigeni americani.

Secondo i ricercatori, gran parte della medicina negli Stati Uniti è già piena di parzialità verso determinate razze, generi, età o orientamenti sessuali. Piccoli pregiudizi nei singoli set di dati potrebbero essere amplificati notevolmente quando centinaia o migliaia di questi set di dati sono combinati in questi algoritmi.

Larga parte dei dati raccolti in grandi studi tende a provenire da persone con mezzi che hanno un accesso relativamente facile all’assistenza sanitaria. Negli Stati Uniti, ciò significa che i dati tendono ad essere distorti verso gli uomini rispetto alle donne e verso i bianchi piuttosto che neri, asiatici, ispanici e indigeni americani. Poiché gli Stati Uniti tendono a eseguire più diagnosi per immagini rispetto al resto del mondo, questi dati vengono compilati in algoritmi che hanno il potenziale per distorcere i risultati in tutto il mondo.

Per il presente studio, i ricercatori hanno studiato algoritmi di imaging medico, come quelli che valutano le scansioni TC per diagnosticare tumori cerebrali o coaguli di sangue nei polmoni. Dei23 insiemi di dati analizzati, il 61% non includeva dati demografici come età, sesso o razza.

Man mano che i modelli di intelligenza artificiale diventeranno più diffusi nella diagnostica per immagini e in altri campi della medicina, spiegano i ricercatori, sarà importante identificare e affrontare potenziali pregiudizi che possono esacerbare le disuguaglianze sanitarie esistenti nell’assistenza clinica

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