
Ci sono anche tre donne in gravidanza tra i 140 casi gravi di influenza confermati da settembre a oggi, mentre sono già ben 30 i decessi. La Lombardia è la regione in cui, causa anche una migliore sorveglianza, se ne sono registrati di più: 45 casi gravi e 5 decessi. “La circolazione del virus influenzale quest’anno è molto intensa, superiore anche quella della stagione pandemica del 2009/10 e paragonabile solo alla stagione 2004/05”, specifica Antonino Bella del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss e curatore del rapporto epidemiologico Influnet.
“Non c’è dubbio – specifica Ricciardi – che la diffusione dell’influenza quest’anno sia superiore a quanto atteso”. Le stime infatti parlavano di un impatto che era stato calcolato attorno ai 5 milioni di casi totali. I dati, aggiunge, “sono eclatanti”. Il nuovo bollettino Influnet registra infatti 3 milioni 883 mila contagi avvenuti da inizio stagione fino a metà gennaio, “quindi in un momento in cui il virus ancora sta circolando molto” e ancora ufficialmente con sarebbe stato superato il picco dell’epidemia, momento dal quale in poi i casi cominciano a scendere.
In particolare, nella seconda settimana del 2018, il numero degli italiani colpiti dall’influenza è stato pari a circa 832.000. Numero ancora da consolidare ma sostanzialmente stabile rispetto alla prima settimana dell’anno, quando i numeri non consolidati parlavano di 802.000 casi, mentre quelli consolidati di 841.800. Il livello di incidenza in Italia, nella seconda settimana del 2018, sulla base delle segnalazioni dei medici sentinella, è ancora “molto alto” ed è pari a 13,73 casi per mille assistiti.
La fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a circa 30,8 casi per mille assistiti. Due i motivi principali di questa alta diffusione dei contagi, chiarisce Ricciardi. “Il primo è che le coperture vaccinali sono state scarse negli anziani, nei sanitari e negli italiani in generale. In secondo luogo, circa il 60% dei vaccini somministrati era trivalente e copriva solo tre ceppi mentre il vaccino quadrivalente, che fornisce copertura anche contro il quarto ceppo, è stato somministrato solo nel 40% dei casi. Questa – puntualizza – è una lezione che deve servirci per il futuro: chi compra i vaccini, ovvero le Regioni, dovrebbe farlo comprando quelli a maggior copertura e non quelli più economici”.
In Veneto il vaccino antinfluenzale quadrivalente è stato acquistato ed erogato per tutte le categorie a rischio e per gli operatori sanitari”, ha replicato l’assessore alla Sanità della Regione, Luca Coletto ”Riusciamo a tenere i conti in ordine, ma non sulla pelle della gente. Peraltro la circolare ministeriale di inizio stagione – ha aggiunto Coletto non indicava la necessita’ e nemmeno l’opportunità di usare il quadrivalente e non il trivalente, ma conteneva solo un mero elenco di vaccini disponibili”.
