
Lo studio
Per comprendere se l’uso dei beta-bloccanti a lungo termine può ancora essere utile, i ricercatori hanno esaminato i dati dal registro francese riferiti all’infarto del miocardio acuto con sopraslivellamento ST e non-ST (FAST-MI) che, alla fine del 2005, comprendeva 2.679 pazienti. Il 67% dei pazienti con MI senza insufficienza cardiaca ha cominciato a prendere i beta-bloccanti entro 48 ore dal ricovero, l’80% ha ricevuto una prescrizione alla dimissione, e l’89% dei pazienti vivi a un anno erano ancora in trattamento con beta-bloccanti. I pazienti che hanno assunto beta-bloccanti precocemente hanno avuto una mortalitĂ significativamente ridotta a 30 giorni dall’evento. I pazienti a cui sono stati prescritti i beta-bloccanti al momento della dimissione non hanno fatto registrare tassi piĂą bassi di mortalitĂ ad un anno.  Allo stesso modo, non è stata registrata alcuna diminuzione della mortalitĂ a cinque anni tra coloro che hanno continuato a prendere i farmaci per un anno. Invece si è osservata una riduzione della mortalitĂ a cinque anni nel gruppo di pazienti che ha continuato ad assumere statine ad un anno dall’evento, rispetto a quelli che avevano interrotto la terapia. “Questi risultati mettono in discussione l’utilitĂ del trattamento prolungato con beta bloccanti dopo infarto miocardico acuto nei pazienti senza insufficienza cardiaca o disfunzione ventricolare sinistra,” ha concluso Puymirat.
Fonte:Â BMJ 2016
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano SanitĂ /Popular Science)
