
Una tecnologia con un futuro?
Gli impianti effettuati dalla svedese BioHax International sono parte di un test a lungo termine che ha lo scopo di capire se i chip di identificazione a radiofrequenza possono avere applicazioni commerciali più ampie, spiega Danna. “Abbiamo effettuato la ricerca e siamo ben formati su ciò”, commenta. L’azienda darà una festa del chip il primo agosto durante la quale i dipendenti si vedranno inserire il dispositivo tra pollice e indice tramite uno strumento che somiglia a una siringa. I chip Rfid utilizzano i campi elettromagnetici per comunicare e possono essere letti a una distanza di non oltre 15 cm. Il CEO dell’azienda Todd Westby si aspetta che la tecnologia diventi popolare. “Alla fine, questa tecnologia diverrà standardizzata e potrà essere usata come avviene con il passaporto, i trasporti pubblici, le opportunità di acquisto, ecc…”, ha concluso.
Non mancano le critiche
Tra i critici dell’utilizzo dei chip negli esseri umani figura il Senatore dello Stato del Nevada Becky Harris, che a febbraio ha introdotto una legislazione che renderebbe illegale l’istallazione forzata di microchip. “È possibile accedere illegalmente alle informazioni contenute nei chip”, afferma Harris durante una riunione del Comitato giudiziario del Senato.
di Taylor Harris
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)
