Il tradimento di nuova generazione è on-line

Il tradimento 2.0 è cibernetico. Nell’era della tecnologia anche “le scappatine” si fanno via web, con messaggini, foto hard e senza implicazioni sentimentali. Il ritratto dell’infedeltà oggi non è solo virtuale, è anche lontano da sensi di colpa, come lontana è la fisicità stessa del tradimento e non ha un connotato negativo, anzi è utile alla coppia. A delineare questa visione odierna, condivisibile o meno, sicuramente discutibile, delle relazioni tra partner è Rita D’amico dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (Istc-Cnr).

Quanto si è infedeli nel mondo?
I tradimenti negli ultimi 20 anni sono notevolmente aumentati; dal ’94 al 2008 in USA “la percentuale di chi ammette di aver avuto un rapporto sessuale fuori dalla coppia – spiega – sale dal 21 al 24% per gli uomini e dall’11% al 15% per le donne. In Europa le percentuali sono più alte: dal 10 al 24% per le donne e dal 16 al 38% per gli uomini”. Per l’Italia, continua, gli ultimi dati attendibili risalgono al 2010: su un campione di 7000 persone quasi il 70% dei maschi e più del 50% delle femmine.

Cambia il modo
Inoltre, se negli anni 50-60 si era infedeli avendo rapporti sessuali al di fuori della relazione coniugale, l’infedeltà implica oggi una più ampia categoria di comportamenti, ad esempio flirtare, visitare strip club, l’uso della pornografia e avere fantasie sessuali con una persona diversa dal partner; anche il cybersex, come ‘incontri’ online con qualcuno verso cui si ha un interesse sessuale, la pornografia on-line e poi i cosiddetti sexting, l’invio di SMS (in cui si allude a un incontro erotico) o di immagini hard, spiega l’esperta.

Cambiano gli amanti
Le infedeltà tra persone entrambe “già impegnate” sono oggi più frequenti per evitare che l’amante s’innamori e pretenda qualcosa di diverso. Inoltre, oggi l’amante è spesso un “ex” ritrovato su Facebook poiché è più facile allacciare un rapporto quando in passato c’è stata intimità. Infine oggi si tradisce con meno sensi di colpa e meno empatia, l’interesse per il proprio benessere prevale sul bene del partner e quindi non si è frenati dal pensiero che soffra.

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