Il sistema S-ICD contro l’arresto cardiaco improvviso

S-ICD

Ogni anno, in Italia, dalle 50.000 alle 60.000 persone vengono colpite da arresto cardiaco improvviso, con un tasso di mortalità sette volte superiore rispetto a quello degli incidenti stradali. Nella maggioranza dei casi (80-90%) la sua origine va ricondotta ad una cardiopatia ischemica, cioè un diminuito afflusso di sangue per ostruzione delle arterie coronarie dovuto alla formazione di placche lungo le pareti interne. I dati indicano che, ogni anno in Europa, oltre 350.000 persone vengono colpite da arresto cardiaco improvviso, con un tasso di mortalità che arriva al 98%.

Il sistema S-ICD è attualmente l’unico in grado di aiutare a prevenire l’arresto cardiaco improvviso. Si tratta di un sistema innovativo, le cui prime applicazioni cliniche risalgono soltanto alla fine del 2013, ma la cui sicurezza ed efficacia per pazienti affetti da aritmie ventricolari e a rischio di arresto cardiaco improvviso sono confermate da numerosi studi clinici. Tale sistema è costituito da due elementi: un generatore di impulsi che alimenta il sistema, monitora l’attività cardiaca e (se necessario) eroga una scarica e l’elettrocatetere che consente al dispositivo di rilevare il ritmo cardiaco e trasmettere le scariche quando necessario. Entrambi gli elementi vengono impiantati sottopelle, con il generatore sul lato sinistro della gabbia toracica (normalmente in posizione sottoascellare) e l’elettrocatetere nella regione dello sterno. L’impianto è relativamente semplice e l’intervento dura normalmente un’ora in anestesia generale o locale.

Al fine di collocare con precisione l’elettrocatetere connesso con il defibrillatore  stesso all’interno del cuore, vengono presi dei punti di riferimento anatomici senza ricorrere alla fluoroscopia – procedura radiologica che consente di vedere gli organi interni in tempo reale e che è indispensabile con i defibrillatori “tradizionali”. Rispetto ai defibrillatori impiantabili tradizionali, S-ICD consente di evitare di posizionare cateteri transvenosi, che possono anche causare complicazioni sia legate all’intervento che alla loro permanenza, e devono anche essere revisionati ad intervalli regolari. La procedura di impianto sottocutanea, peraltro, risulta estremamente semplificata ed inoltre è legata a notevoli vantaggi sotto il profilo estetico. (www.sicd.eu)

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