Il ruolo della simulazione nella formazione in medicina e chirurgia

Già nel 1927 William J Mayo diceva: non vi è alcuna scusa oggi perché il chirurgo debba imparare sul paziente”. La simulazione medica non è certo una conquista nuova ed improvvisa. Nel 1960 il manichino Resusci Anne rivoluzionò l’addestramento per la rianimazione cardiopolmonare non solo per la sua efficacia nell’insegnamento delle tecniche ma, anche nell’ambizioso obiettivo di insegnare questa tecnica salvavita a milioni di persone in tutto il mondo. Settori non medici, che hanno in comune con la sanità un rischio intrinseco, da tempo adottano sistemi di addestramento con simulatori come l’aviazione e l’esercito.

La simulazione, consente al discente di vivere una ambientazione clinica totalmente sovrapponibile alla realtà in cui è possibile affrontare le situazioni patologiche coordinando le diverse figure professionali. L’esercizio continuo su simulatore consente di realizzare un percorso di apprendimento graduale delle complicanze tale da garantire, al personale in formazione, la piena padronanza di tutte le necessarie competenze pratiche, applicative e comportamentali per l’esercizio della professione.

Nella formazione didattica, la difficoltà maggiore consiste nel porre in contatto diretto i discenti con l’oggetto di studio “per fare esperienza” soprattutto quando bisogna operare su concetti astratti, quando sono richieste attrezzature costose o quando l’operare su una certa realtà comporta dei rischi. Per questi motivi, l’adozione formale della simulazione nei piani di studio per la formazione sanitaria sta diventando sempre più importante

In Italia ben 32.000 pazienti muoiono ogni anno per errori evitabili, Negli Stati Uniti sono 98.000 i decessi e nel mondo 1. 200.000. Come riporta l’autorevole “Agency for healthcare research and quality” statunitense sono disponibili numerose evidenze scientifiche che certificano l’efficacia della formazione attraverso la simulazione.

In Italia numerose esperienze, tra le quali quella della Regione Toscana, hanno dimostrato come la simulazione incrementi l’efficacia,l’efficienza e la sicurezza dell’intervento sanitario (Regione Toscana delibera giunta regionale n.254/2013: “Linee di indirizzo per la formazione in simulazione”); decreto dirigenziale n.2748 del 13-03-2017 per la costituzione di una  rete regionale per la formazione in simulazione. La moderna attività formativa  prevede sempre di più l’utilizzo della simulazione per l’apprendimento delle competenze di base, sebbene questa pratica non sia ancora standardizzata a livello istituzionale.

L’approccio didattico per gli studenti di Medicina basato sul modello dell’apprendistato è stato per molto tempo il metodo tradizionale per la formazione dei professionisti nel settore sanitario a livello universitario. Questo processo basato su: ‘see one, do one, teach one.’ (guarda, esegui, insegna) non è più un valido modello di insegnamento per la formazione di Medici professionisti.

Sono disponibili molti dati che affermano che la simulazione è in grado di offrire un contributo significativo ai metodi tradizionali di formazione medica ed allo stesso tempo, complementare alle iniziative in favore della sicurezza dei pazienti. Facendo si acquisisce la memoria procedurale che fissa per sempre in ogni discente la capacità di procedere in maniera corretta nei diversi scenari medici e chirurgici che si presentano. Ne derivano miglioramenti attitudinali che riducono drasticamente gli errori.

In generale, acquisire una conoscenza ed una competenza concrete è un processo che avviene per gradi: consiste dapprima nell’acquisire nuove conoscenze e abilità, quindi nell’applicarle per essere in grado di prendere decisioni rapide e sicure ed infine, nel mantenere ed incrementare le proprie competenze attraverso un processo di apprendimento continuo.

Le vertenze giudiziarie contro personale medico e istituzioni sanitarie si mantengono a livelli allarmanti e la sicurezza del paziente è una priorità chiave per i governi di tutto il mondo. Attualmente il rischio clinico può essere controllato solo attraverso iniziative di Risk Management, attuando particolari percorsi di lavoro, come il training in realtà simulata degli operatori sanitari, in grado di migliorare le prestazioni e di garantire la sicurezza della paziente. Diceva Confucio: “se ascolto dimentico, se vedo ricordo,se faccio imparo”, ergo… si impara facendo.

Nicola Gasbarro, Direttore scientifico e tutor del centro di simulazione avanzata medico-chirurgica Lorenzatto

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