Il materiale genetico noto come DNA può sopravvivere ad un volo nello spazio ed al rientro nell’atmosfera terrestre, e continuare a trasmettere informazioni genetiche: questo stupefacente dato è stato rilevato nel corso di un esperimento durante la missione di ricerca spaziale TEXUS-49. Lo studio ha fornito prove sperimentali del fatto che le informazioni genetiche contenute nel DNA siano essenzialmente in grado di sopravvivere alle condizioni estreme dello spazio e poi al rientro nella densa atmosfera terrestre. L’esperimento, chiamato DARE, è derivato da un’idea spontanea: nella missione TEXUS-49 erano in corso esperimenti per studiare il ruolo della gravità sulla regolazione dell’espressione genica nelle cellule umane, ma durante la preparazione della missione gli scienziati hanno iniziato a chiedersi se la struttura esterna del razzo potesse essere adatta a test di stabilità sulle cosiddette biofirme: queste ultime sono molecole che possono provare l’esistenza di vita extraterrestre passata o presente. L’esperimento ha prodotto poi risultati inattesi: vari scienziati credono che il DNA possa di certo raggiungerci dallo spazio esterno, in quanto la Terra di sicuro non è isolata: tramite materiale extraterrestre portato da polvere e meteoriti, ad esempio, 100 tonnellate circa del quale colpisce il nostro pianeta ogni giorno. La straordinaria stabilità del DNA nello spazio deve anche essere tenuta in conto nell’ambito della ricerca della vita aliena: nonostante le precauzioni di sicurezza, le navi spaziali potrebbero anche trasportare DNA terrestre nel loro luogo di atterraggio, ed è necessario tenere sotto controllo anche questo fattore. (PloS ONE online 2014, pubblicato il 26/11)
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