Igiene delle mani: lacune fra gli operatori sanitari

(Reuters Health) – Gli operatori sanitari a volte non utilizzano la giusta quantità di disinfettante per le mani o non lo lasciano asciugare abbastanza a lungo per ottenere la massima protezione contro la diffusione di germi. È quanto emerge da uno studio della Columbia University School of Nursing di New York.

I ricercatori hanno effettuato test di laboratorio con nove volontari per vedere quale fosse il tempo impiegato per asciugare diverse quantità di gel e schiuma di disinfettante per le mani, a base alcolica.

Nei test da 0,75 millilitri, 1,5 ml, 2,25 ml e 3 ml, le quantità minori di disinfettante a volte erano asciugate nell’arco di tempo di 20-30 secondi raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per un’efficacia ottimale, ma nessuno dei prodotti è stato lasciato asciugare così velocemente quando sono state utilizzate quantità maggiori.

I volontari hanno avuto bisogno di almeno 2,25 ml di disinfettante e talvolta di più, per una copertura ottimale sulla parte anteriore e posteriore delle mani. I gel si sono asciugati più velocemente delle schiume, con 3 ml di gel che impiegavano 37 secondi per asciugarsi mentre la stessa quantità di schiuma impiegava in media 57 secondi (entrambe le volte superando la raccomandazione dell’Oms).

“Se il tempo di asciugatura è troppo breve, non è possibile ottenere un effetto sufficiente”, dice Ryohei Hirose, ricercatore della Kyoto Prefectural University of Medicine, non coinvolto nello studio.

Per combattere efficacemente i germi, i disinfettanti per le mani a base di alcol dovrebbero contenere almeno il 60% di alcol, secondo quanto affermano i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie. Le persone dovrebbero coprire tutte le superfici delle mani, compresi gli spazi tra le dita, e strofinare per circa 20 secondi. Quando le mani sono sporche o unte dovrebbero idealmente essere lavate con acqua e sapone, mentre il disinfettante andrebbe usato solo quando non è possibile fare altrimenti.

Fonte: American Journal of Infection Control
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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