
Lo studio
Ikram e colleghi hanno seguito 1200 pazienti di 45 anni o più che avevano sofferto di un primo ictus e quasi 5000 persone che non avevano mai avuto problemi a livello cardiovascolare. A un anno dal ricovero, le persone sopravvissute all’ictus erano tre volte più a rischio di avere un altro episodio e due volte più a rischio di sviluppare demenza. Secondo i ricercatori olandesi, per chi sopravvive a un ictus, soffrire di ipertensione, diabete, avere bassi livelli di colesterolo HDL o fumare prima dell’evento cardiovascolare aumenterebbe del 40% il rischio di un secondo episodio e del 10% il rischio di soffrire di demenza post-ictus.
“Al contrario di malattie come il cancro, per le quali si dispone di trattamenti che possono essere efficaci e si può sopravvivere per altri 10 anni, dopo un ictus resta alto il rischio di avere problemi di salute”, ha commentato Ikram. “Questo però non deve scoraggiare, ma dovrebbe motivare le persone a fare quello che possono per prevenire un secondo attacco. Si pensa che la prevenzione sia solo farmacologica, ma non bisogna dimenticare le semplici misure igieniche, come smettere di fumare, fare più esercizio fisico, controllare sempre la pressione sanguigna e mantenere un peso corporeo nella norma”.
Fonte: Stroke 2016
Kathryn Doyle
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
