
Lo studio
Il team di ricercatori ha studiato 18.117 persone che partecipano al National Health and Retirement Study, con l’obiettivo di scoprire se l’indice di attività fisica e di massa corporea (BMI) possa prevedere la disabilità futura. Durante 12 anni di follow-up la quantità di attività fisica non è stata associata con il rischio di ictus, ma è stata associata con la probabilità di essere indipendenti tre anni dopo un ictus. Coloro che erano di partenza fisicamente inattivi avevano decisamente meno probabilità di essere indipendenti, a quel punto, rispetto a quelli che erano in partenza fisicamente attivi. L’obesità, al contrario, è stata associata ad un aumentato rischio di ictus ,ma non alla perdita di indipendenza durante il periodo di follow-up, a prescindere dal fatto che un individuo abbia subito un ictus.“Gli individui possono ridurre il rischio di dipendenza prima e dopo ictus cerebrali se sono fisicamente attivi. Il nostro studio è giunto alla conclusione che, per rimanere fisicamente attivi, sia necessario fare attività fisica almeno tre volte a settimana”, conclude Rist.
Fonte: Neurology 2017
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
