
Lo studio
I ricercatori hanno utilizzato campioni di cervello di due anziani pazienti di sesso femminile colpite da ictus – che avevano necessità di lobotomia parziale e di una craniectomia decompressiva a causa di infarti cerebrali diffusi – per verificare se potessero essere isolate delle cellule staminali. Grazie a tecniche di immunoistochimica sono state localizzate cellule staminali multipotenti vicine ai vasi sanguigni delle aree interessate dallo stroke, che contenevano neuroni apoptotici e necrotici, che esprimevano nestina, un marcatore delle cellule staminali, e periciti, marcatori dei vasi sanguigni.
I risultati
In vitro le cellule indifferenziate hanno subito un certo differenziamento con un tempo di 66,7 ore, mantenemdo l’espressività dei marcatori delle cellule staminali. Un fenomeno che ne suggerisce una forte multipotenzialità. “Attualmente le terapie con cellule staminali multipotenti, grazie all’utilizzo di varie linee cellulari, come le cellule mesenchimali staminali, rappresentano un approccio promettente per la riparazione dopo ictus ischemico nel sistema nervoso centrale- ha spiegato Nakagomi – Tuttavia si stanno accumulando evidenze sulla capacità delle cellule staminali esogene – trapiantate attraverso un accesso venoso – di diffondersi in gran parte degli organi, mentre solo una piccola quota si accumula nel sistema nervoso centrale. Pertanto terapie che utilizzano cellule che possono diventare staminali endogene potrebbero rappresentare una strategia efficace per la rigenerazione dopo un ictus ischemico. Studi successivi, però, dovranno riuscire a identificare i fattori che modulano il destino (ad esempio, la sopravvivenza, la capacità di proliferazione, la capacità migratoria e il grado di differenziazione) delle cellule staminali multipotenti che si formano nelle aree cerebrali danneggiate”.
I commenti
Shan Ping Yu, della Emory University School of Medicine di Atlanta in Georgia, ha sottolineato che dopo lesioni cerebrali si verifica la neurogenesi e l’angiogenesi, cioè la nascita di neuroni e vasi sanguigni . La presenza di cellule staminali nelle regioni ischemiche, quindi, non deve sorprendere: quel che è sorprendente invece è la loro comparsa a 36 ore dall’insorgenza dell’ictus. Un’evidenza che suggerisce come la rigenerazione possa verificarsi già nella fase acuta o sub-acuta dell’ictus.
Fonte: Cell Stam Dev
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
