IBD, studio italiano: con 6 mesi di dieta mediterranea migliorano nutrizione e steatosi

(Reuters Health) – Ai pazienti con malattia infiammatoria intestinale (Ibd) sono sufficienti sei mesi di dieta mediterranea per poter apprezzare miglioramenti significativi nei parametri legati alla malnutrizione e nella steatosi. L’evidenza emerge da uno studio condotto da un team dell’Università di Cagliari, guidato da Fabio Chicco.

Dei 165 volontari arruolati, i 142 pazienti con colite ulcerosa (Cu) o malattia di Crohn (Cd) che hanno aderito alla dieta per sei mesi hanno visto riduzioni dell’indice di massa corporea (Bmi), della circonferenza della vita, dei marker infiammatori e dell’attività della malattia.

“I nostri dati supportano il ruolo della consulenza nutrizionale nella gestione multidisciplinare dell’Ibd – scrivono Fabio Chicco e colleghi su Infiammatory Bowel Diseases – L’adozione di un’abitudine alimentare adeguata basata su una dieta mediterranea e il raggiungimento della conformità potrebbe essere fondamentale nella gestione clinica di questi pazienti”.

Lo studio

Per valutare il potenziale impatto della dieta mediterranea, Chicco e colleghi hanno analizzato i dati su 84 pazienti con colite ulcerosa (età mediana, 52; Bmi mediana, 24,8) e 58 con malattia di Crohn (età mediana 48; Bmi mediana, 25). All’inizio, i partecipanti hanno compilato questionari progettati per valutare la qualità della vita e sono stati sottoposti a valutazione dell’attività clinica e della malattia, compresa l’ecografia addominale per valutare la possibile steatosi. I volontari hanno anche ricevuto consulenza dietetica da un nutrizionista.

Al basale, l’obesità era presente in 43 pazienti con colite ulcerosa (il 51,2%) e 30 pazienti con malattia di Crohn (51,7%). Dopo sei mesi, tra i pazienti con Cu, il Bmi era diminuito di una media di 0,42 punti e la circonferenza della vita di una media di 1,25 cm; tra quelli con Cd, il Bmi era diminuito di 0,48 punti e la circonferenza della vita di 1,4 cm.

Per steatosi epatica, colite ulcerosa e malattia di Crohn si è anche registrato un rallentamento dell’attività delle patologie a sei mesi rispetto al basale.

Fonte: Infiammatory Bowel Diseases
Linda Carroll
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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