
“L’atrofia della sostanza grigia è spesso osservata nelle persone che convivono con l’Hiv, ma non è chiaro se alcune aree sianno più vulnerabili di altre”, dicono Xiong Jiang e colleghi, autori della ricerca.
La metanalisi
Per studiare i profili neurali delle possibili alterazioni neurocognitive associate all’Hiv (Hand), il team ha esaminato i risultati di 25 studi condotti su 1.370 persone con Hiv e su 889 controlli.
Usando una nuova tecnica di metanalisi chiamata “valutazione della probabilità di colocalizzazione”, hanno scoperto che l’atrofia frontale era associata alla malattia dell’Hiv e differenziava in modo significativo i pazienti dai controlli.
L’atrofia del caudato/striato, poi, è stata associata a compromissione neurocognitiva.
“Il caudato/striato ha dimostrato di essere la regione più colpita – afferma Jiang – È interessante notare che qui abbiamo trovato un legame diretto tra l’atrofia del caudato/striato e il deterioramento cognitivo”.
“La lesione frontale/Acc è molto diffusa negli adulti Hiv positivi, suggerendo un’alta prevalenza di compromissione lieve delle funzioni cognitive associate a queste regioni, come il multitasking, il controllo cognitivo e altre funzioni esecutive di alto livello”, aggiunge il ricercatore.
Jiang ha anche sottolineato che “è noto che l’invecchiamento ha un impatto significativo anche sulla funzione frontale/Acc, quindi gli anziani Hiv positivo probabilmente saranno a rischio elevato a causa del doppio fattore invecchiamento e Hiv. L’invecchiamento rapido della popolazione Hiv positiva potrebbe diventare sempre più un problema significativo”.
Fonte: Hum Brain Mapp 2019
David Douglas
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
