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Dal momento che il 25% delle persone risponde spontaneamente all’infezione, eliminandola, “avere a disposizione un test rapido per valutare la presenza di infezioni da HCV attive è un vantaggio rispetto ad altri test, che evidenziano solo se c’è stata infezione in precedenza”, ha dichiarato Grebely. Inoltre, secondo il ricercatore australiano, il vantaggio di avere un test per lo screening rapido e a basso costo sarebbe molto importante nei Paesi dove il costo dell’esame rappresenta un ostacolo al miglioramento della diagnosi.
Non ancora approvato in molti Paesi
Tuttavia, lo stesso Grebely avverte che il test non è ancora approvato in molti paesi e che ulteriori studi sono necessari per valutare il saggio in diversi contesti e popolazioni, come i pazienti trattati con antivirali diretti, quelli con una risposta virologica sostenuta o quelli con co-infezione HIV/HCV. Secondo Curtis Cooper, dell’University of Ottawa, in Canada, che ha scritto un editoriale che accompagnava l’articolo, ci sono grandi ostacoli che impediscono agli individui con infezione da HCV di accedere alle cure, e le carenze di test diagnostici è uno di questi. Dunque, un test rapido potrebbe ridurre l’impatto di queste barriere, anche se, secondo il ricercatore canadese, un tempo di attesa di due ore non è l’ideale. Raymond Chung, direttore di epatologia al Massachusetts General Hospital di Boston, ha invece sottolineato che “è un test potenzialmente pronto per essere introdotto nella pratica clinica”.
The Lancet Gastroenterology and Hepatology
Autore: Scott Baltic
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
