Gravi disturbi mentali e aumento del rischio cardiovascolare

(Reuters Health) – Disturbo bipolare, schizofrenia e disturbo schizoaffettivo sono tutti associati a un aumento del rischio cardiovascolare in giovane età. È quanto suggerisce un’analisi pubblicata dal Journal of the American Heart Association e coordinata da Rebecca Rossom, dell’HealthPartners Institute di Minneapolis (USA).

Il team ha confrontato il rischio cardiovascolare stimato a 10 e 30 anni nei pazienti in cure primarie per una tra tre malattie mentali gravi: disturbo bipolare, schizofrenia o disturbo schizoaffettivo. In particolare, il rischio a 10 anni è stato stimato usando i punteggi della malattia aterosclerotica per i pazienti tra 40 e 75 anni senza malattia cardiovascolare, mentre il rischio a 30 anni è stato stimato usando i punteggi di rischio di Framingham per i pazienti tra 18 e 59 anni, sempre senza malattia cardiovascolare.

Complessivamente, sono stati inclusi 579.924 pazienti senza malattia mentale e 11.333 con malattia mentale, di cui il 70% soffriva di disturbo bipolare, il 18% di disturbo schizoaffettivo e il 12% di schizofrenia. Dai risultati è emerso che il rischio cardiovascolare a 10 anni era significativamente più elevato tra chi aveva disturbi mentali gravi, 9,44% rispetto a 7,99% tra chi non ne soffriva. E la differenza era ancora più evidente per il rischio a 30 anni, con il 25% di rischio tra chi aveva malattie mentali contro l’11% tra chi non ne soffriva. Tra le diverse tipologie di malattie, i pazienti con disturbo bipolare avevano il rischio cardiovascolare più alto a 10 anni, mentre quelli con disturbo schizoaffettivo avevano il rischio più elevato a 30 anni.

I commenti
“Siamo rimasti sorpresi nel vedere le stime del rischio a 30 anni significativamente più alte nelle persone con gravi malattie mentali rispetto alle persone senza”, dice Rebecca Rossom,“Questa evidenza sottolinea l’importanza del trattamento del rischio cardiovascolare in giovane età per le persone con gravi malattie mentali”. Aspettare i 40 anni, secondo l’esperta, è troppo tardi perché “le persone con gravi malattie mentali muoiono 10-20 anni prima dei loro coetanei e la principale causa di morte è proprio la malattia cardiovascolare, per cui bisogna fare screening e intervenire in giovane età”.

Secondo Richard Kovach, del Deborah Heart and Lung Center di Brown Mills, nel New Jersey, tuttavia, “al di là dell’aumento associato alle malattie mentali, il rischio sembrava comunque più alto tra i pazienti obesi e fumatori, che, anche se più giovani, vengono comunque avviati a un monitoraggio prima”. L’esperto sottolinea che non è chiaro, piuttosto, “se la malattia mentale sia associata a uno stile di vita non sano, che porta più spesso queste persone a essere obese o fumatrici”.

Fonte: Journal of the American Heart Association
Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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