Un gioco con una coscienza sociale sviluppato in Illinois ha consentito ai ricercatori di studiare le interazioni naturali fra i bambini, raccogliendo moltissimi dati su queste interazioni e testando teorie su aggressività e vittimizzazione nei giovani. Le analisi sul comportamento nel gioco ha identificato con successo i bulli di classe, rivelando anche comportamenti aggressivi che passavano inosservati con i metodi tradizionali. Si tratta dunque di un miglioramento rispetto ai metodi di ricerca tradizionali, come i questionari, che non valutano le interazioni fra i giovani in tempo reale. Il gioco consiste in un quiz che viene proposto in due fasi, di cui una collaborativa e la seconda competitiva: durante la fase collaborativa, una squadra sceglie una risposta che ritiene corretta, ma un membro potrebbe anche indicare una risposta diversa che lui ritiene corretta, penalizzando leggermente la squadra. Nella seconda fase, ciascun membro della squadra deve scegliere una risposta diversa, anche se è palesemente sbagliata: chi fornisce la risposta sbagliata non riceve punti, ma se avanzano risposte che nessuno sceglie viene penalizzata l’intera squadra. I bulli giocano in modo molto diverso rispetto ai propri compagni che non lo sono o che vengono vittimizzati, ed inoltre le dinamiche di scelta dei compagni di squadra possono identificare processi di esclusione sociale che altri test non sono in grado di identificare. I ricercatori pensano di evolvere il gioco aggiungendo nuovi compiti per migliorare il coinvolgimento dei giocatori e l’efficienza delle analisi comportamentari: esso diverrà disponibile per altri scienziati ed educatori nel prossimo futuro. (J School Violence online 2014, pubblicato il 19/11)
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