
Lo studio
Il team – guidato da Shanshan Yang, ricercatore presso l’Istituto di geriatria dell’ospedale cinese PLA di Pechino – ha analizzato i dati di quasi 20.000 donne di 50 e più anni che vivono nella regione di Guangzhou. Circa il 57% delle donne era stato esposto a fumo passivo nell’infanzia e in ogni caso prima dei 18 anni. Naturalmente lo studio presenta dei limiti; ad esempio le partecipanti si sono dovute affidare ai ricordi della loro infanzia e i ricercatori non sono stati in grado di valutare a che età le donne avevano avuto un aborto e se erano state esposte al fumo passivo durante la gravidanza. Lucy Popova, ricercatrice alla Georgia State University School of Public Health di Atlanta, ha sottolineato le notevoli differenze esistenti riguardo al fumo di tabacco tra Stati Uniti e Cina. “Negli Stati Uniti, i tassi di fumatori tra uomini e donne sono quasi uguali, in Cina pochissime donne fumano mentre fuma la maggioranza degli uomini. Inoltre – ha spiegato Popova – ci sono anche molti altri fattori che possono influenzare le percentuali di esposizione al fumo passivo durante l’infanzia, ma i meccanismi biologici che correlano l’esposizione al fumo passivo e l’aborto sono gli stessi indipendentemente dal luogo ove la donna vive”. Altri tre studi condotti negli Stati Uniti hanno dimostrato come l’esposizione al fumo passivo nell’infanzia sia collegato alla interruzione di gravidanza. Non ci sono livelli di esposizione al fumo passivo “sicuri”, anche una breve esposizione arreca un danno immediato. Il solo modo per proteggere i non fumatori dai danni delle sostanze chimiche nocive del fumo di seconda mano è eliminare il fumo dalle abitazioni.
Fonte: Tobacco Control
Autore: Shereen Lehman
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
