
“Si tratta di un momento chiave, molto atteso dai malati, dalle loro famiglie e dagli operatori sanitari”, spiega Carlo Castellani, presidente della Società Italiana Fibrosi Cistica. “Si apre ora una doverosa fase di monitoraggio dei risultati che otterremo. Ci auguriamo che nuove terapie siano presto disponibili per i pazienti che, non avendo le mutazioni su cui agisce Ivacaftor, non possono per ora accedere a questo trattamento”, conclude.
“Il farmaco è già utilizzato presso il nostro centro con procedura di uso compassionevole”, precisa Baroukh Maurice Assael, Direttore del Centro Fibrosi Cistica dell’Azienda Ospedaliera di Verona. “Abbiamo ottenuto risposte cliniche rapide e durature in termini di migliore nutrizione, aumento di peso, miglioramento della funzione respiratoria, riduzione del fabbisogno di ossigeno, riduzione del fabbisogno di altre terapie”. Al farmaco è stata attribuita la classe A di rimborsabilità e la qualifica di “innovazione terapeutica importante”.
