Epatite B e C: nel mondo 325 milioni di casi

Nel mondo sono 325 milioni le persone con Epatite B e C per 1,3 milioni di morti l’anno. Meno del 20% delle persone colpite ha accesso ai test diagnostici e ai trattamenti. Se  non si aumenterà l’accesso a test e cure, sarà difficile eradicare la malattia. A dirlo è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in occasione del World Hepatitis Day del 28 luglio.

Nel 2016 la World Health Assembly ha accolto l’obiettivo di eliminazione proposto dall’Oms, definito come una riduzione del 90% dell’incidenza nel mondo e del 65% della mortalità entro il 2030. “La bassa copertura di test e trattamenti – afferma il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom – è il gap più importante che bisogna colmare per raggiungere gli obiettivi di eliminazione”.

Per quest’anno è stata scelta la Mongolia come sede della manifestazione principale a testimonianza del fatto che l’area Pacifico Occidentale ha il maggior numero di persone che vivono con epatiti croniche tra tutte le regioni dell’Oms. Mentre l’epatite B è concentrata soprattutto in Africa e Asia, dove le coperture vaccinali sono più basse, il problema della C è comune a tutti i continenti, con 70 milioni di malati cronici nel mondo. Proprio a loro sono dedicate le linee guida sui trattamenti appena pubblicate in occasione della giornata.

“Eliminare le epatiti richiede innovazione e migliori servizi sanitari – afferma Gottfried Hirnschall, direttore dell’Oms per le epatiti e l’Hiv – Le nuove raccomandazioni dovrebbero far sì che tutte le persone con epatite C ricevano test e trattamenti”. Per quanto riguarda l’Italia le ultime stime parlano di 350mila malati, anche se non c’è stato un vero e proprio screening sistematico.

Nel nostro paese si è deciso negli ultimi anni di fornire a tutti i pazienti i nuovi ‘superfarmaci’ per l’epatite C, dopo un primo periodo in cui venivano dati solo ai pazienti più gravi, e questo ci ha messo ‘sulla buona strada’ per l’eliminazione. “Secondo le ultime analisi condotte dal Center Disease Analysis (Usa) – scrive l’Iss – siamo tra i 12 paesi diretti positivamente verso il traguardo più ambizioso, fissato dall’Oms per il 2030, ovvero l’eliminazione radicale dell’infezione da Hcv”.

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