
“E’ stata una sorpresa straordinaria, che abbiamo fatto scavando in un posto bellissimo sulla riva occidentale di Assuan”, racconta Patrizia Piacentini, docente di Culture del Vicino Oriente Antico, del Medio Oriente e dell’Africa dell’UniversitĂ di Milano, che ha diretto lo scavo insieme ad Abdelmanaem Said del Ministero delle AntichitĂ egiziano. “Ci avevano interpellati perchĂ© da un primo sondaggio del terreno sembrava ci fossero delle tombe, in quest’area un tempo crocevia dei percorsi carovanieri. Così – spiega Piacentini – abbiamo fatto una ricognizione di superficie e con l’aiuto di ingegneri e topografi siamo riusciti a mappare un’immensa necropoli di oltre 300 tombe, tutte sconosciute, che ci impegneranno per molti anni di studio. Ma questo non mi bastava: volevo tornare a Milano con un risultato ancora piĂą concreto”.
Così, facendosi guidare dal suo fiuto di archeologa, Piacentini si è concentrata su una zona che appariva intonsa, vicino al perimetro di altre tombe: “ho visto che c’era un lieve avvallamento del terreno e ho subito pensato che ci fosse una tomba”. E’ bastato un giorno di scavi per far riemergere il suo bordo settentrionale e la scalinata che porta all’ingresso scavato nella roccia. “Abbiamo trovato vasi e anfore con offerte ai defunti e una stanza funeraria laterale con quattro mummie. E’ stato un momento davvero emozionante – osserva l’archeologa – perchĂ© quando abbiamo visto una mummia di un metro e mezzo con sopra un’altra piĂą piccola, abbiamo subito intuito che erano una madre con il suo bambino, ancora coperti da una sorta di maschera funeraria fatta con papiro”.
Continuando lo scavo, i ricercatori sono poi entrati nella stanza funeraria principale dove ad attenderli c’erano 30 mummie ben conservate, alcune di bambini che erano state depositate in una lunga nicchia laterale. Appoggiata a una parete anche una barella in legno di palma e strisce di lino, usata per depositare le mummie nella tomba. A corredo, vasi con bitume per la mummificazione, ‘cartonnages’ bianchi pronti per essere dipinti, altri giĂ dipinti e una statuetta in legno dell’uccello Ba che rappresenta lo spirito del defunto. “Era probabilmente la tomba di una famiglia medio-alta, in uso dal periodo tardo-faraonico (VI secolo a.C.) al periodo romano (IV secolo d.C.)”, sottolinea Piacentini. “A novembre ci torneremo per esaminare le mummie, che verranno riposizionate e conservate nella tomba, poi inizieremo a scavarne altre: ce ne sono piĂą di 300 e alcune potrebbero essere ancora piĂą grandi e ricche”.
