La ricerca tesa a creare case efficienti da un punto di vista energetico potrebbe aver portato ad un aumento del rischio di asma: la mancata tendenza da parte degli abitanti di queste case a riscaldare e ventilare gli appartamenti adattati in modo corretto potrebbe portare infatti più persone a sviluppare questa patologia. Precedenti ricerche avevano già indicato che umidità e muffa potrebbero aumentare il rischio di malattie allergiche. Il Regno Unito, dove la ricerca è stata svolta, presenta una delle maggiori prevalenze di asma nel mondo, il che crea notevoli pressioni economiche e sociali. Questo paese ha appena stanziato un considerevole finanziamento per i miglioramenti tesi all’efficienza energetica, ma è necessario che gli abitanti che traggono beneficio da questo assetto modifichino il proprio comportamento. I moderni provvedimenti per l’efficienza sono di importanza vitale per aiutare a ridurre l’impiego di energia, e tipicamente prevengono le perdite di calore migliorando l’isolamento e sigillando le crepe. Tuttavia alcune persone, e soprattutto quelle che vivono in un contesto di povertà di carburanti, difficilmente riescono a riscaldare o a ventilare un edificio abbastanza da prevenire la comparsa di umidità e muffa, noti fattori favorenti nella comparsa dell’asma. In ogni caso, la presenza della muffa non è sufficiente da sola a giustificare i risultati dello studio: le case scarsamente ventilate probabilmente aumentano anche l’esposizione degli abitanti ad altri contaminanti biologici, chimici e fisici. Un ambiente altamente umido, ad esempio, è l’ideale per batteri ed acari della polvere. Il comportamento degli abitanti, peraltro, varia significativamente da un’abitazione all’altra: alcuni lavano a secco in casa, mentre altri si affidano a sistemi di riscaldamento più vecchi e meno efficaci. Questi comportamenti aumentano l’umidità ambientale, un problema che talora viene peggiorato dalle misure per l’efficienza energetica come la chiusura delle crepe e delle fessure. (Environ Int 2015; 75: 234)
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