Doping: troppi ormoni maschili nel 40% delle atlete squalificate

(Reuters Health) – Quasi il 40% dei 296 atleti che al momento stanno scontando sospensioni dalle gare internazionali a causa del doping  sono donne, e metà di queste ha subito la squalifica per essere risultata positiva agli androgeni. Ne dà notizia uno studio pubblicato dal British Journal of Sports Medicine. Tuttavia, alcune donne hanno per natura livelli elevati di androgeni ed è vivo il dibattito sull’accordare o meno il permesso di gareggiare a queste atlete. “Il rapporto quantitativo tra livelli aumentati di testosterone e migliore prestazione atletica dovrebbe essere considerato quando si discute dell’idoneità delle donne con iperandrogenismo a gareggiare nella categoria donne delle competizioni”, notano i ricercatori francesi.

Lo studio
Stephane Bermon, della University of the Cote d’Azur di Nizza e del Monaco Institute of Sports Medicine and Surgery, e Pierre-Yves Garnier dell’ International Association of Athletics Federations (IAAF) Health and Science di Monaco, hanno indagato se i livelli eccessivi di androgeni hanno avuto effetti sulla prestazione atletica di 1332 donne e 795 uomini che avevano preso parte ai campionati mondiali IAAF nel 2011 e nel 2013. Nel complesso, 44 atlete presentavano livelli elevati di testosterone libero e 101 atleti avevano livelli di testosterone libero al di sotto del normale. Tra le 24 atlete i cui livelli totali di testosterone risultavano elevati, in nove casi ciò era conseguenza di un disturbo iperandrogenico dello sviluppo sessuale, in altri nove era dovuto al doping e in sei è stato impossibile da classificare. Livelli più elevati di testosterone nelle atlete si traducevano in una prestazione migliore del 2,73% nei 400 metri, del 2,78% nei 400 ostacoli e dell’1,78% negli 800 metri rispetto alle donne che competevano con normali livelli di testosterone. La differenza risultava più pronunciata durante le gare di lancio del martello, in cui le atlete con maggiori livelli di testosterone avevano ottenuto una prestazione migliore del 4,53%, e di salto con l’asta, in cui sono state migliori del 2,94%. Anche se questi miglioramenti sembrano irrisori, negli atleti di élite sono abbastanza per arrivare al podio.I ricercatori non hanno riscontrato differenze significative nella prestazione quando hanno messo a confronto gli atleti maschi di élite con i livelli più alti e più bassi di testosterone.

Fonte: British Journal of Sports Medicine 2017.

Will Bogs MD

(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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