Al giorno d’oggi, con l’abbondanza di luce artificiale, TV, tablet e smartphone, adulti e bambini tendono a fare le ore piccole, ma con il ritardo dell’ora di andare a letto aumenta la tendenza agli spuntini. Un recente studio mette in guardia contro questo tipo di eccessi, suggerendo invece che confinare il consumo calorico ad un periodo di 8-12 ore come facevano i nostri nonni un secolo fa potrebbe aiutare a combattere colesterolo, diabete ed obesità. Insomma, non è soltanto quel che mangiamo ad influenzare la nostra salute, ma anche il momento in cui lo facciamo. Lo studio in questione, condotto sui ratti, ha dimostrato che la restrizione temporale dell’alimentazione ha un effetto più profondo di quanto pensato in precedenza, e può addirittura invertire obesità e diabete. I ratti non obesi, peraltro, pur mantenendo una dieta normale, non sono dimagriti, ma hanno modificato la propria composizione corporea, aumentando la massa magra a scapito di quella grassa. L’analisi di questi ratti ha dimostrato che molteplici cascate molecolari che vengono sconvolte nelle malattie metaboliche vengono ripristinate con la restrizione temporale della dieta. Questa potrebbe rappresentare un’opzione accattivante per le persone che non hanno accesso ad una dieta sana, rappresentando un’alternativa almeno parziale a quest’ultima. (Cell Metab 2014; 20:991)
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