Diabete Tipo 2, bisogna “spingersi oltre”. Msd Italia lancia campagna social per aiutare malati, familiari e caregivers ad essere più consapevoli

Non basta tenere sotto controllo la glicemia. Bisogna mantenere un adeguato stile di vita e, grazie anche alle terapie innovative in arrivo sul mercato, imparare a gestire il diabete a 360°, senza tralasciare importanti fattori di rischio cardiovascolare, quali obesità e pressione arteriosa

Un anno di Campagna Social su Facebook, Twitter e Instagram sotto il motto #SPINGERSIOLTRE. È questo l’impegno educazionale e di comunicazione promosso da MSD Italia, presentato oggi a Roma, per aiutare i pazienti con diabete di tipo 2 e i loro familiari ad essere più informati e consapevoli. Una Campagna che si rivolge a pazienti e caregivers, che parla a chi già si confronta con il diabete di tipo 2 ma anche a chi vuole prevenirlo. Attraverso i propri canali social, MSD porterà messaggi educazionali e scientificamente validati in modo capillare e diretto a tutti gli utenti sui tre più importanti social media, differenziando per ciascuno stile narrativo e visual con l’obiettivo di implementare nel tempo uno strumento d’informazione che, attraverso fonti autorevoli, si opponga all’onda delle fake news e degli “esperti improvvisati” che dilagano sulla rete.
L’iniziativa è stata anche l’occasione per annunciare l’arrivo in Italia di ertugliflozin, un nuovo inibitore selettivo di sglt2, che va ad arricchire l’armamentario terapeutico del diabetologo per puntare con sempre maggiore decisione ad una terapia sempre più personalizzata e a misura di specifico paziente.

Grazie ad un linguaggio semplice ma sempre scientificamente valido la Campagna intende spiegare che se si impara ad essere protagonisti del proprio processo di cura, attraverso l’aderenza terapeutica e l’adozione di corretti comportamenti e stili di vita, si può continuare ad essere protagonisti della propria vita anche con il diabete. I social non sostituiscono, ovviamente, il legame con il medico e questa Campagna sottolinea l’importanza del dialogo tra diabetologo e paziente con la call to action “parlane con il tuo medico”: perché medico e paziente devono essere alleati nel percorso di cura e perché il legame con il diabetologo e con il proprio medico di famiglia deve essere sempre più stretto per permettere una gestione più virtuosa di tutte le patologie concomitanti che una persona diabetica può presentare.

Secondo l’ultimo rapporto ARNO Diabete, presentato nelle settimane scorse, in Italia un diabetico su sei viene ricoverato ogni anno e non si tratta solo di anziani ma anche di persone più giovani. D’altra parte, lo dice anche l’Istat, la quota delle persone con diabete che dichiarano di stare in buona salute è più bassa della media della popolazione e questo è dovuto al fatto che il diabete si accompagna spesso ad altre patologie come, tra l’altro, obesità, ipertensione, malattie cardiovascolari, problemi renali. Tutto questo significa che è davvero arrivato il momento di ‘spingersi oltre’ e considerare il diabete con una visione più ampia, pensando ad un approccio che sia il più possibile personalizzato sul paziente. Anche in considerazione dei numeri, assai importanti, di questa patologia che, per il Tipo 2, registra oggi in Italia circa 4 milioni di pazienti a cui deve aggiungersi almeno un altro milione di persone che non sa ancora di esserne affetto.

“Non basta dire ‘diabete’ per identificare un paziente e non bisogna mai dimenticare che i pazienti non sono tutti uguali – ha spiegato Domenico Mannino Direttore U.O.C Diabetologia ed Endocrinologia Grande Ospedale Metropolitano ‘Bianchi Melacrino Morelli’ di Reggio Calabria – per questo l’approccio è sempre più personalizzato e il legame che si stringe con il diabetologo sempre più stretto. I pazienti chiedono consigli a 360° perché il diabete è qualcosa che riempie la vita di una persona, in tutti i suoi aspetti. È un’alleanza, quella paziente-diabetologo, sempre più importante e di questo dobbiamo tenerne conto. Un paziente informato è un paziente consapevole, il primo alleato nella lotta alla malattia. Il diabete di tipo 2 è un importante fattore di rischio cardiovascolare – ha esemplificato – e questo inevitabilmente ci obbliga a spostare la nostra attenzione verso un paradigma terapeutico che tenga ben presente questo aspetto. È evidente come le decisioni di un diabetologo in termini di percorso di cura si debbano basare sugli effetti benefici di alcune terapie sugli esiti cardiovascolari. D’altra parte la terapia farmacologica del diabete ha subito un radicale mutamento proprio grazie alle migliori conoscenze fisiopatologiche e alla consapevolezza della ridotta efficacia a lungo termine dei farmaci orali tradizionali”. Limitarsi al controllo della glicata – pur fondamentale – rischia quindi di essere solo un tassello di un puzzle decisamente più complesso: obesità, ipertensione, rischio cardiovascolare sono elementi altrettanto importanti che non possono essere persi di vista. E oggi, grazie alle terapie di ultima generazione come gli SGLT2 inibitori, di cui ertugliflozin, ultimo arrivato in Italia, fa parte, esistono nuove ed efficaci opzioni terapeutiche per gestire il diabete di tipo 2 unitamente al mantenere un adeguato stile di vita e aderire alle indicazioni prescrittive del proprio medico curante.

A questo, ha sottolineato Simona Frontoni, Professore Associato di Endocrinologia all’Università di Roma Tor Vergata e Direttore U.O.C. Endocrinologia e Diabetologia Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma “si aggiunge il fatto che non si parla mai abbastanza di quanto sia fondamentale la diagnosi precoce perché più precocemente agiamo, più possibilità ed efficacia terapeutica avremo. Da un’epoca in cui avevamo a disposizione solo sulfaniluree, metformina ed insulina, siamo passati in maniera relatovamente veloce ad un’epoca in cui abbiamo un ventaglio di opzioni terapeutiche molto ampio. Ma questo impone di scegliere per ogni singolo paziente la terapia più idonea. Perché non è importante solo ridurre la glicemia ma è importante come la riduciamo in quel singolo paziente. L’arrivo di un nuovo SGLT2 inibitore, rappresenta quindi un’arma in più e per noi diabetologi avere a disposizione un farmaco in più in questa classe è davvero molto importante per garantire a ciascun paziente la migliore appropriatezza. È una molecola, potente e selettiva, che ha alle spalle un numero ampio di studi registrativi e altri studi sono in corso. Sappiamo che questa classe ha in sé alcune caratteristiche che ci permettono di affrontare a 360 gradi le esigenze del paziente diabetico che, non solo deve raggiungere e mantenere un buon target glicemico, ma deve anche perdere peso e ridurre la pressione arteriosa”.

Tra gli obiettivi della Campagna informativa c’è anche quello di contrastare i danni che la disinformazione e le fake news provocano e i cui ‘segni’ si vedranno, probabilmente, a lungo termine. “Ad oggi non mi è ancora capitato di dover intervenire per salvare o recuperare un paziente che per colpa di un consiglio letto su internet ha compromesso la sua salute – ha sottolineato Enzo Bonora, Ordinario di Endocrinologia dell’Università di Verona – ma alcune conseguenze le vedremo sul lungo termine. In questo momento storico la corretta informazione che arriva direttamente ai pazienti è uno strumento formidabile che va utilizzato nella maniera appropriata. Abbiamo il dovere di dare delle corrette informazioni e non possiamo non tener conto di questa nuova forma di comunicazione. Il che non significa, ovviamente, sostituire la visita medica con un post social – perché diagnosi e terapie a distanza non se ne possono e devono fare – ma aiutare il paziente ad essere più consapevole e, quindi, a poter essere attivamente protagonista del suo percorso di cura. Il diabete è una malattia cronica che accompagna la vita del paziente e anche dei suoi familiari, quindi, è importante che i messaggi siano costanti, regolari. È importante per entrare nelle coscienze dei pazienti ma è importante anche per combattere la disinformazione che non conosce sosta e non va mai in vacanza”.

“MSD Italia – ha quindi concluso Goffredo Freddi, Executive Director Policy and Communication MSD Italia – ha deciso di realizzare questa Campagna informativa social perché se si vuole davvero fare la differenza nella vita delle persone bisogna cercare di soddisfare i bisogni di salute a 360°. Per una Persona con diabete e per i suoi familiari, una corretta informazione è davvero un ‘bisogno di salute’ per il quale abbiamo raccolto la sfida di fornire un’informazione scientifica corretta, con un linguaggio semplice e facilmente alla portata di tutti, perché riteniamo che sia un gesto di vera e propria responsabilità sociale che risponde in pieno alla nostra mission di migliorare la vita delle persone”.

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