
Lo studio
Lo studio caso-controllo nidificato ha incluso 29.741 diabetici ospedalizzati per insufficienza cardiaca. Il periodo di osservazione ha coperto 3.2 milioni di anni-persona.
Tra i ricoverati per insufficienza cardiaca, ma senza storia clinica della disfunzione, il 10.6% è stato trattato con farmaci a base di incretine e il 9.8% con farmaci antidiabetici orali. Questo è un tasso di rischio stabile dello 0.82, con un intervallo di confidenza del 95% tra 0.67 e 1.00.
Quando gli inibitori del dipeptidyl peptidase 4 (DPP-4) e gli omologhi del glucagon-like peptide 1 (GLP-1) sono stati considerati separatamente, non c’è stato un aumento del rischio per nessuna delle due classi. Nemmeno la durata della terapia antidiabetica sembra aumentare le probabilitĂ .
Anche per le persone con storia clinica di insufficienza cardiaca, i farmaci non hanno influenzato in modo significativo il rischio di scompenso. Nei casi di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca, il 14,4% ha ricevuto farmaci a base di incretine e il 12,3% altri farmaci per il diabete (tasso di rischio: 0,86, intervallo di confidenza del 95% tra 0,62 e 1,19). Ancora una volta, la durata della terapia con i farmaci a base di incretine non sembra aver influenzato i risultati e non è stato riscontrato nessun effetto quando gli inibitori di DPP-4 e i loro omologhi per GLP-1 sono stati considerati separatamente.
I dati provengono dalle province canadesi di Alberta, Ontario, Manitoba e Saskatchewan, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti.
Fonte: N Engl Med 2016Â
Gene Emery
(Versione italiana Quotidiano SanitĂ /Popular Science)
